A poche ore dalla triste notizia della morte di Giampiero Boniperti, Antonio Cabrini ricorda l’icona della Juventus in ESCLUSIVA a CalcioToday.it. L’ex giocatore bianconero, che insieme a campioni come Scirea, Gentile, Tardelli e Causio, deve il suo arrivo a Torino proprio all’ex presidente, spiega cosa ha lasciato Boniperti con la sua scomparsa.
Da oggi la vecchia signora del calcio italiano è un po’ più sola. All’età di 92 anni se n’è andato Giampiero Boniperti: ex calciatore, presidente e soprattutto grande anima della Juventus. Antonio Cabrini lo ricorda con affetto: “Era un personaggio che ha dato molto alla squadra bianconera ed è stato sicuramente un esempio da seguire per moltissimi giocatori – spiega Cabrini, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – Con la sua scomparsa il calcio perde la figura di un uomo che ha segnato la storia di una grande squadra“.
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Cabrini, la Juventus e il rapporto speciale con Giampiero Boniperti
“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta“. La mitica frase di Giampiero Boniperti è impressa sui muri dell’Allianz Stadium e nella testa e nel cuore di ogni giocatore e tifoso della Juventus. “È bello ricordarlo come giocatore e come presidente. Aveva un ottimo rapporto con tutti, da ex calciatore conosceva benissimo tutte le dinamiche che ci sono all’interno di uno spogliatoio e tutti i ‘meccanismi’ che doveva andare a toccare. Lo stile bianconero lo ha inventato lui“.
“Ho trascorso tanto tempo con lui e di aneddoti ce ne sarebbero moltissimi. La sua filosofia era quello che quando arrivi secondo a Torino, con la maglia bianconera, è un anno fallimentare – conclude Cabrini – È sempre stata una frase che ripeteva spesso a tutti, specialmente ai nuovi giocatori che arrivavano alla Juventus“.
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