L’allenatore della Roma José Mourinho ha rivelato come ha appreso la notizia del malore ad Eriksen. Il racconto del portoghese ex Tottenham.
L’allenatore della Roma José Mourinho è tornato a parlare dell’episodio di EURO 2020 che ha tenuto tutti col fiato sospeso. Il malore di Christian Eriksen durante la partita della Danimarca contro la Finlandia ha scosso tutto il mondo del calcio e gli spettatori di quella partita. Gli aggiornamenti sulle condizioni di salute del giocatore dell’Inter continuano a rassicurare tutti, confermando il ruolo fondamentale che hanno avuto i soccorritori in campo.
Il tecnico portoghese è stato l’allenatore di Eriksen nella sua precedente esperienza all’Inter, ed è ancora legato al giocatore. Durante un’intervista rilasciata a TalkSport, lo Special One ha confessato di aver pianto e pregato guardando le immagini di Copenaghen, ed ha raccontato il modo in cui ha vissuto la vicenda.
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Mourinho su Eriksen: “ho pregato e pianto”
“Oggi è un giorno da celebrare, non in cui essere tristi” – ha affermato lo Special One– “Fortunatamente, il calcio è migliorato nell’organizzazione, nella specializzazione dei medici e nel protocollo. Ma credo che Dio stesse guardando il calcio in quel momento. Tutto questo ha fatto sì che Christian sia ancora con noi, con la sua famiglia, vivo.” José Mourinho ha poi rivelato in che modo ha seguito la vicenda Eriksen mentre i soccorritori provavano a rianimare il giocatore: “ho pregato e pianto, ma come me penso in tanti milioni in giro per il mondo.”
Tantissimi tifosi e giocatori si sono congratulati con il difensore del Milan Simon Kjaer, uno dei primi a prestare soccorso mantenendo il sangue freddo in una situazione d’emergenza. Il capitano della Danimarca è poi stato il primo a dare coraggio alla compagna del giocatore dell’Inter. Inoltre continuano a giungere i pensieri e le dediche di tutto il mondo del calcio nei confronti di Eriksen. Questa è la magia del calcio secondo José Mourinho, che commenta come sia stato colpito dalla “capacità della famiglia del calcio di stare insieme. Perché il calcio può far sognare insieme, ma ieri ci ha uniti per una triste ragione.”