Malore Eriksen, il ct Hjulmand rivela: “Perché abbiamo deciso di giocare”

Il ct della Danimarca Kasper Hjumland ha raccontato come la squadra ha deciso di riprendere la partita dopo il malore di Eriksen

Malore Eriksen, il ct Hjulmand rivela: "Perché abbiamo deciso di giocare"
Malore Eriksen, il ct Hjulmand rivela: “Perché abbiamo deciso di giocare”

Il ct della Danimarca Kasper Hjumland ha raccontato cosa è successo in quei lunghi minuti dopo il malore di Christian Eriksen al 43′ del primo tempo della sfida contro la Finlandia.

“Quello che è successo ha ricordato a tutti qual è la cosa più importante nella vita: avere relazioni preziose. Non potrei essere più fiero di queste persone che si sono presi cura l’uno dell’altro in un momento in cui un mio caro amico stava soffrendo” ha detto dopo la partita.

La prima sfida della Danimarca a EURO 2020 si è chiusa con una sconfitta per 1-0. La Finlandia è diventata la prima squadra dal 1980 a vincere una partita in un Europeo effettuando un solo tiro in porta. Ma il risultato passa in secondo piano di fronte alla notizia del miglioramento delle condizioni di Eriksen, crollato a terra perché colpito da un malore durante la partita.

“Non avevo visto cosa fosse successo, ma era piuttosto chiaro da subito che avesse perso i sensi” ha spiegato il medico della nazionale danese, Morten Boesen. “Quando sono arrivato per prestargli soccorso, respirava, sentivo il battito. Poi come tutti hanno visto le cose sono cambiate e lo abbiamo sottoposto a un massaggio cardiaco“. L’intervento ha funzionato. Eriksen ha ripreso conoscenza e gli ha anche parlato, ha raccontato, prima di essere trasportato in ospedale.

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Eriksen, perché la Danimarca ha giocato: parla Hjumland

Hjumland ha spiegato anche come si è arrivati alla decisione di riprendere la partita. I giocatori, ha detto, erano d’accordo ad aspettare che le condizioni di Eriksen migliorassero.

Non c’è stata alcuna pressione da parte della UEFA per giocare oggi” ha dichiarato. La Danimarca sapeva di avere due possibilità, terminare l’incontro o giocare domani. I giocatori, ha detto Hjumland, “non potevano immaginare di rimettersi sul bus e tornare in campo domani, visto che stasera difficilmente riusciranno a dormire. Onestamente, terminare la partita è stata la cosa migliore da fare”.

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