L’Ucraina ha svelato la maglia che utilizzerà ad Euro 2020, ma presenta alcuni dettagli che fanno infuriare la Russia.
E’ scontro diplomatico tra Ucraina e Russia per la nuova maglia che verrà indossata dalla Nazionale di Shevchenko ad Euro 2020. La divisa di gioco presenta la mappa del Paese attorno al logo della Federcalcio. E fin qui tutto sembrerebbe normale. Tuttavia, i confini dell’Ucraina includono anche la Crimea, regione che dal 2014 la Federazione Russa ha annesso al suo Stato attraverso un referendum, definito illegale da ONU e UE e non riconosciuto dalla stessa Ucraina.
Non sono stati in silenzio i politici russi. Infatti, la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova ha dichiarato sarcasticamente: “Hanno attaccato l’Ucraina alla Repubblica di Crimea“. Anche il legislatore Dmitry Svishchyov ha attaccato: “Lasciate che la nostra Nazionale giochi con i contorni delle mappe di Finlandia, Polonia e Ucraina che facevano parte dell’impero russo“.
Ma il problema non sarebbe solo la mappa sulla divisa. Infatti, la maglia dell’Ucraina presenta uno slogan nazionale, rievocato proprio dal 2014, ma per la Russia le parole del testo sono considerate estremamente fasciste.
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Ucraina, lo slogan sulla maglia condannato dalla Russia
Oltre ai confini ucraini, la divisa gialloblu che la squadra dell’ex calciatore del Milan indosserà ad Euro 2020 presenta alcuni versi di un saluto popolare sul retro e all’interno del colletto. Si tratta di “Gloria all’Ucraina“, che fa riferimento ad un motto che ebbe molto successo tra il popolo ucraino durante la guerra di indipendenza scoppiata tra il 1917 ed il 1921. Tuttavia, questo slogan è stato ripreso durante la rivoluzione del 2014, ed è utilizzato tutt’ora come saluto militare delle forze armate.
Però, la Russia condanna tutto ciò, compreso il motto sulla nuova maglia dell’Ucraina considerato fascista. Già l’URSS condannò l’utilizzo di questa frase – accompagnata da “Gloria agli Eroi” – che sarebbe stato utilizzato da ucraini irregolari durante la seconda guerra mondiale: “Dopo la guerra, questo slogan è stato usato dai banditi nell’Ucraina occidentale – ha gridato allo scandalo la portavoce Zakharova – Gli organizzatori del torneo devono saperlo“. Una polemica che accende sentimenti nazionalisti di entrambi gli Stati. D’altronde, lo sport e la politica sono strettamente collegati.