Padel, da Zambrotta a Totti e Pirlo. Questo sport ormai fa tendenza: anche gli ex campioni prendono in mano la racchetta.
Dagli scarpini alla racchetta, molti ex calciatori hanno trovato sfogo in una nuova attività dopo aver tanto dato al mondo del pallone: il Padel, letteralmente Paddle, uno sport di derivazione tennistica che è sempre più l’ultima frontiera del divertimento in ambito sportivo. Non è, infatti, appannaggio solo dei benestanti. Inizia a prendere piede anche fra le persone più comuni e meno abbienti.
Basta una racchetta e tanta voglia di fare: lo sport permette anche di mantenersi in forma e questo, per sua conformazione, fa sudare molto. Quello che resta, però, è tutto l’indotto che c’è dietro: a livello economico, l’avvicinamento dei calciatori al Padel ha portato nuovi consensi e introiti alla categoria. Ora anche le racchette sono diventate oggetto di moda. Fanno tendenza, alimentano il glamour degli sportivi e non solo.
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Padel, è mania fra gli eroi di Berlino: da Totti a Pirlo fino a Zambrotta
C’è chi come Totti partecipa proprio ai tornei: l’ex Capitano giallorosso è una presenza fissa, specialmente in estate, a Sabaudia dove ogni anno va in scena un evento anche abbastanza prestigioso che vede misurarsi campioni della categoria. Questa passione ha catturato anche numerosi “eroi” di Berlino 2006: da Pirlo a Camoranesi, fino a Peruzzi e Zambrotta. Un vero e proprio “universo parallelo” che vede le vecchie glorie del pallone ancora brillare ed essere protagoniste su un altro campo. È proprio il caso di dire “un campionato a parte”.
La tendenza piace, al punto che c’è chi – come Paolo Di Canio – non può farne a meno: “Sono in campo anche 6 ore al giorno, ho vinto due tornei Over 45. Gioco insieme a Teo Mammucari”, ha dichiarato l’ex Lazio. Tanti anche i campioni del passato meno recente, da Ciro Ferrara a Marchegiani, fino a Giuliano Giannichedda, Massimo Ambrosini e Mark Iuliano. In “quota Sky” anche Costacurta e Bergomi. Quando la racchetta inizia a viaggiare il tempo si ferma e il passato non c’è più: possiamo vedere icone di ieri sorprendere come ai tempi migliori in cui a guardarli c’era uno stadio intero. Ora ci sono i palazzetti, ma la sostanza non cambia finché ci sono i brividi e le emozioni.
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