Carlitos Tevez, arrivederci calcio: gli anni dell’Apache alla Juventus

Ripercorriamo gli anni di Carlitos Tevez alla Juventus in occasione dell’addio al Boca dell’Apache che non esclude di tornare a giocare in futuro

Carlitos Tevez lascia il calcio, gli anni dell'Apache alla Juventus
Carlitos Tevez lascia il calcio, gli anni dell’Apache alla Juventus

E’ durata due stagioni la storia di Carlitos Tevez alla Juventus. Ma quelle due stagioni sono comunque bastate per la memoria dei tifosi, per scrivere un capitolo di storia bianconera.

“La Juventus mi ha ridato la vita e le speranze che avevo perso da tempo, sia da calciatore che da uomo” scriveva su Twitter l’Apache nel 2015, annunciato l’addio ai bianconeri e il ritorno al suo primo amore sportivo, gli argentini del Boca Juniors.

Oggi che Tevez ha annunciato il suo addio al Boca Juniors e forse al calcio, quei due anni tornano come una piacevole nostalgia. In bianconero, tra il 2013 e il 2015 Tevez ha conquistato due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e giocato una finale di Champions League.

Ha voluto la maglia numero 10, la stessa che era stata di Alessandro Del Piero, e l’ha onorata con 49 gol in 95 partite, e una notevole quantità di giocate illuminanti.

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Gli anni di Tevez alla Juventus

https://youtu.be/duPY2j-1_PE

Cresciuto nel “barrio” Ejército de los Andes (detto anche Fuerte Apache) di Buenos Aires, abbandonato presto dalla madre, Tevez si salva grazie al calcio.

A Torino, i tifosi della Juventus non vedono il ragazzo del barrio che ha lottato per il suo posto al sole. Ammirano un campione che unisce tutti i colori del calcio argentino, la garra e la scintillante bellezza dei dribbling imparati nei potreros, fulminei e armonici come i passi del tango.

Nella prima stagione, va in rete ventuno volte. Alcune delle reti sono splendide, come quella realizzata a San Siro contro il Milan, significative come la tripletta al Sassuolo o la doppietta al Parma, liberatorie come il primo centro in una competizione europea in cinque anni.

Anche nella seconda stagione, Tevez non smette di segnare, in campionato e in Champions League. E’ l’uomo delle grandi vittorie, tanto nei gironi quanto negli ottavi contro il Borussia Dortmund.

Ma all’improvviso, qualcosa si spegne. L’armonia del tango si arresta, l’Apache si fa opaco, malinconico. C’è ma non si vede nella finale di Champions contro il Barcellona. Non consola che sia sua la conclusione sbilenca che genera il pareggio di Morata.

L’albiceleste nostalgia ha la meglio. Due settimane dopo la finale, con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto, Tevez torna al Boca Juniors. Ma lascia una traccia destinata a non sbiadire nel tempo.

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