Rudiger e il razzismo: il racconto del difensore del Chelsea di un episodio che coinvolge anche Daniele De Rossi.
Il razzismo, nel calcio come nella vita, è una piaga che andrà risolta non con una serie di leggi e sanzioni ma con una rivoluzione culturale. Le campagne portate avanti negli anni da FIFA e UEFA, così come le varie iniziative dei vari club europei non possono bastare per arginare un fiume in piena di pessimi ragionamenti.
Serve un cambiamento radicale rispetto al passato all’interno della società civile. Una visione nuova dove tutti vanno rispettati per quel che sono e non per quello che dovrebbero essere. False idee, pensieri retrogradi e filosofie anacronistiche che continuano a danneggiare la società. Solo così, casi come quelli di Zoro al Messina, di Rudiger alla Roma e di Koulibaly al Napoli non vi saranno più.
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Tra i tanti episodi di razzismo nel mondo del calcio, continua a tornare in mente ciò che accadde a Rudiger in un derby con la Lazio nel 2017. Lo stesso giocatore, a ‘theplayerstribune’ ha ricordato quanto accaduto in quella partita: ” Stavano gridando: “Vaffanculo, vai a mangiare una banana”. Ogni volta che toccavo la palla, facevano dei versi da scimmia. Al momento non ho reagito. Non sono uscito dal campo. Non volevo dare loro quel tipo di potere. Ma dentro, non mi importa quanto sei forte, se sei un essere umano con un cuore che batte, ne sei segnato per sempre“.
Parole che hanno generato un dolore atroce e che mai nessuno dovrebbe sopportare ed accettare. Parole discriminatorie, atte a colpire l’uomo più che il calciatore. Un atto ignobile, che fa comprendere appieno in che società viviamo. Tra i tanti tweet, c’è stato però qualcuno che invece ha finalmente cercato di comprendere il dolore più dell’uomo che del compagno di squadra.
Il giocatore in questione era Daniele De Rossi, sul quale il giocatore del Chelsea ha espresso belle parole raccontando l’accaduto: “È venuto da me dopo la partita della Lazio e mi ha detto qualcosa che non credo di aver mai sentito prima. Ero ancora molto emotivo, molto arrabbiato. De Rossi si è seduto accanto a me e ha detto: “Toni, so che non mi sentirò mai come te. Ma fammi capire il tuo dolore. Cosa sta succedendo nella tua testa? ”
Un gesto, quello dell’ex capitano giallorosso, che fa capire quanto a volte, più che dei singoli slogan o delle varie campagne social, sempre comprendere quale sia realmente il problema e capire come realmente si sente una persona che subisce attacchi di razzismo nei suoi confronti.
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