La UEFA ha eletto come migliore in campo in finale di Champions League N’Golo Kanté, indispensabile nel Chelsea
Subito dopo la finale di Champions League, Alessandro Del Piero a Sky Sport ha indicato N’Golo Kanté come il migliore in campo. E’ l’uomo chiave del Chelsea sotto tutti gli allenatori, e Tuchel non fa eccezione. Ha avuto un impatto determinante sia in semifinale contro il Real Madrid, sia in finale contro il City di Guardiola.
E’ un uomo ovunque, non sbaglia un contrasto e garantisce equilibrio nelle due fasi. Ad aprile, un tweet simpatico del Chelsea sintetizzava così la sua importanza per la squadra: “Il 71% della superficie terrestre è coperta dall’acqua. Il resto è coperto da Kanté”.
La sua è una fama di assoluto anti-divo, per nulla millantata. Chi lo conosce, lo racconta come uno dei calciatori più gentili che si possano incontrare. E’ stato uno dei primi ad offrirsi di pagare perché continuassero le ricerche di Emiliano Sala, prima che venisse scoperto il cadavere del centravanti nella carcassa dell’aereo precipitato dopo l’incidente.
Al Chelsea ha accettato l’invito al matrimonio della figlia di un tifoso, e va agli allenamenti al volante di una Mini. Non ostenta, non si mette in mostra. Da ragazzo il presidente del Suresnes, la squadra di un sobborgo di Parigi dove ha iniziato a giocare, pensava fosse muto.
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Però ha capito subito che in campo era una forza della natura, infatti lo mandava a giocare sempre con i ragazzi più grandi. Fisicamente minuto almeno fino ai 18 anni, ha continuato gli studi fino al diploma di ragioneria per tenersi comunque aperta una seconda possibilità se non avesse sfondato nel mondo del calcio.
Il campo avrebbe presto raccontato che di Kanté nessuna squadra potrebbe fare a meno. Solo per citare i passaggi più essenziali, nel 2016, al secondo anno in Premier League, è il pilastro del Leicester che conquista il campionato con Claudio Ranieri in panchina.
Passa al Chelsea e al primo vince di nuovo il titolo. Nell’estate del 2018 è campione del mondo in Russia con la nazionale francese. Tra il 2019 e il 2021 vince prima l’Europa League, poi la Champions League con il Chelsea.
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I tifosi vorrebbero in campo undici Kanté, se fosse possibile. Lui li ripaga con prestazioni di assoluta sostanza. In finale, è tatticamente il giocatore più prezioso e brillante della squadra. Sembra che sappia prima dove andrà a finire il pallone. L’anticipo si trasforma in pulizia del gesto, sicurezza nel contrasto, velocità nello scatto senza palla
Eletto Man of the Match in semifinale contro il Real Madrid a Valdebebas, in quell’occasione ha completato più dribbling di tutti i giocatori dei Blancos messi insieme, e che ha ingaggiato più duelli individuali.
E’ stato poi votato migliore in campo sia nella semifinale di ritorno, sia in finale. E si candida a miglior uomo della Champions League 2020-21.
Kanté, migliore in campo della finale di Champions League, ha sempre agito da mediano dinamico a tutto campo. Ma soprattutto in chiave di supporto difensivo, al massimo con il compito di ribaltare velocemente l’azione.
La gestione Sarri prima, e la permanenza di Jorginho poi, lo ha spinto ad avanzare, a giocare da mezzala anche nel contesto di una squadra dal possesso meno frenetico. Kanté ha saputo cambiare, interpretare giocate più sofisticate, entrando anche nella visione cerebrale di Tuchel attento alle posizioni in campo e alle funzioni da espletare nelle varie zone.
Il suo moto perpetuo orienta la disposizione dei Blues, che hanno costretto perfino il Manchester City a ondeggiare senza costrutto. A modo suo, senza farsi troppo vedere ma sapendo benissimo come farsi notare, ha deciso la finale.
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