A 73 anni Roy Hodgson ha annunciato che lascerà il calcio alla fine della stagione. in Italia ha allenato l’Inter e per un breve periodo l’Udinese
Roy Hodgson ha annunciato che lascerà il calcio a fine stagione. Quella contro l’Arsenal sarà la sua ultima partita da allenatore a Selhurst Park, davanti ai tifosi del Crystal Palace. L’ex ct della nazionale inglese è l’unico tecnico capace di garantire agli Eagles quattro anni di presenza continuativa in Premier League.
Hodgson ha iniziato la sua carriera in Svezia. Qui ha vinto due campionati con l’Halmstad, la sua prima squadra (1976, 1979) e due con il Malmö (1986, 1988), con cui avrebbe conquistato nel 1986 e nel 1989 anche due coppe nazionali. Ha vinto il titolo anche in Danimarca, al Copenhagen nel 2001. Ha allenato la nazionale svizzera, la Finlandia e gli Emirati Arabi Uniti.
In Serie A, i tifosi non hanno dimenticato le sue due stagioni all’Inter, nonostante i risultati inferiori alle attese. Arriva nel settembre 1995, dopo il deludente inizio della prima stagione completa sotto la presidenza di Massimo Moratti. Esonerato Ottavio Bianchi, il presidente chiama Hodgson che ha guidato la Svizzera ai Mondiali di USA ’94 e l’ha da poco qualificati per gli Europei del 1996.
A causa di problemi burocratici, però, l’inizio della sua esperienza in nerazzurro è datato 19 novembre 1996, formalmente come direttore tecnico con Giovanni Ardemagni allenatore. La federazione svizzera, però, lo vorrebbe ct a tempo pieno così decide di interrompere il rapporto di lavoro.
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All’inizio parla in inglese con i giocatori. La comunicazione non è facile, e non bastano i tentativi di traduzione di Paul Ince e Massimo Paganin. Facchetti gli suggerisce di esprimersi in italiano, anche a costo di sbagliarsi.
Diventa presto protagonista di divertenti sketch con il professore di inglese John Flanagan, uno dei personaggi di Giacomo Poretti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, a “Mai dire Gol”.
Hodgson passa al 4-4-2 con la difesa a zona, chiude la prima stagione al settimo posto che vale un posto in Coppa UEFA. Ma a fine campionato boccia Roberto Carlos, che considera tatticamente troppo indisciplinato. Per questo, ammette, in quel ruolo gli preferisce Pistone. Il brasiliano, dopo una sola stagione, lascia l’Inter e la Serie A per giocare nel Real Madrid. Si farà ampiamente rimpiangere.
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Nell’estate del 1996, Moratti rinforza la squadra. Arrivano Youri Djorkaeff, Ivan Zamorano, Ciriaco Sforza che diventerà immortale grazie a una battuta fulminante di Aldo (sempre del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) nel film “Tre uomini e una gamba”.
Ma la stagione parte male. Il nuovo colpo per l’attacco, il nigeriano ex Ajax Nwankwo Kanu scopre di soffrire di un grave problema al cuore durante le visite mediche nella sede nerazzurra. Il girone d’andata, comunque, è incoraggiante, come dimostra il terzo posto alle spalle della Juventus e della Sampdoria. Ma nella parte finale del campionato, lo spogliatoio si rompe.
Per salvare l’onore, all’Inter resta allora la Coppa Uefa. I nerazzurri eliminano Guingamp, Grazer AK, Boavista, Anderlecht e Monaco. Conquistano così la finale contro lo Schalke 04. All’andata, in Germania, vincono i tedeschi con il gol decisivo del centrocampista belga Wilmots.
Al ritorno a Milano segna Zamorano, si va ai supplementari e a pochi minuti dalla fine Hodgson toglie Javier Zanetti per Berti. Il tecnico e l’argentino, leggenda nerazzurra negli anni a venire, rischiano quasi di venire alle mani prima dei rigori. Berti non lo tira nemmeno, sbagliano prima Zamorano e Winter.
E’ la sua ultima partita in nerazzurro. I giocatori gli contestano la difesa a zona senza libero e l’insistenza su Sforza interno di centrocampo. Hodgson, in lungo recente articolo per “The Coaches’ Voice” difende la sua gestione dell’Inter. “Siamo arrivati alla finale di Coppa UEFA stremati, avevamo una rosa piccola” ha scritto.
Sarebbe poi tornato come traghettatore negli ultimi mesi del campionato 1998-99, con un’altra amarezza finale. L’Inter perde 2-1 sia all’andata sia al ritorno contro il Bologna nello spareggio per l’ultimo posto in Europa. Di quegli anni, comunque, gli resterà l’amicizia con Giacinto Facchetti e il rapporto con Massimo Moratti, sopravvissuti alla crisi di risultati in nerazzurro.
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