Con una nettissima maggioranza, ben 55 voti su 72, Giovanni Malagò resta al vertice del CONI per un terzo mandato quadriennale dopo la prima elezione del 2013
Una riconferma che veniva data per scontata da diversi giorni. Notevolissimo il consenso che Giovanni Malagò aveva ottenuto nel corso degli ultimi mesi grazie alle operazioni riguardanti Cortina, alla difficile gestione dello sport nazionale in periodo di pandemia e alla controversa querelle riguardante inno e bandiera alle prossime Olimpiadi che la mediazione del CONI aveva risolto quando l’Italia rischiava una clamorosa squalifica.
Una rielezione che, per la verità, non è stata mai in dubbio: 79,71% dei voti validi, 55 preferenze sui 74 voti previsti. I delegati del CONI presenti in realtà erano solo 71 in tutto, considerando le assenze del presidente della Federazione Vela Francesco Ettorre e di quello della Danza Sportiva Ettore Resciniti mentre il presidente dell’Unione Italiana Tiro a Segno non ha votato rifiutando il ritiro della scheda. Lo sfidante Renato Di Rocco, ex presidente della federazione ciclismo, ha ottenuto 13 voti. Uno solo quello attribuito ad Antonella Bellutti, la prima donna che si è candidata alla elezione del CONI in 107 anni di storia del comitato. Una scheda bianca e una nulla.
Le elezioni si sono tenute al club del tennis milanese Bonacossa. Una scelta emblematica: perché fu quella dove il grande presidente Onesti scelse di tenere le prime elezioni del CONI dopo la seconda guerra mondiale. Un segnale per tenere lo sport separato dalla politica.
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Sarà l’ultimo mandato per Malagò che dopo la seconda relezione per questo terzo incarico, non potrà più essere rieletto e nel 2025 dovrà comunque passare la mano.
I suoi sfidanti sono stati i primi a salutare Malagò complimentandosi per la sua vittoria. Malagò ha ringraziato Di Rocco con una stretta di mano e la Bellutti con un bacio al raggiungimento della maggioranza, il 38esimo voto. In corso l’assemblea per la realizzazione della nuova Giunta Coni della quale dovrebbe entrare a far parte anche Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio.
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