Le proteste dei tifosi del Manchester United degli ultimi giorni costano caro alla proprietà che perde un possibile importante sponsor.
Prima l’invasione del centro sportivo, poi l’ingresso in campo non autorizzato che ha costretto al rinvio di Manchester United-Liverpool e infine il boicottaggio degli sponsor del club. La spaccatura tra i tifosi dei Red Devils e la famiglia Glazers, proprietaria del club, è sempre più ampia. I supporters, già sul piede di guerra dopo le ultime stagioni difficili sul campo, si sono infuriati per il “sì” alla Superlega.
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La protesta dei tifosi costa 200 milioni al Manchester United
Un grosso problema per il Manchester United che, per il Guardian, adesso deve affrontare anche delle perdite economiche per questa situazione. Secondo il quotidiano inglese un importante gruppo ha ritirato un’offerta di sponsorizzazione di maglia alla squadra del valore di 200 milioni di euro. La trattativa era arrivata a chiusura con il benestare di entrambe le parti e l’accordo doveva partire l’ 1 luglio. Così non sarà perché l’azienda, preoccupata dai boicottaggi, ha preferito tirarsi indietro.
E’ questo il successo più grande della campagna lanciata dai tifosi del Manchester United “Not a Penny More” per invitare tutti i fans a non comprare più alcun oggetto o servizio dagli sponsor del proprio club.
Per i Glazers, accusati anche di aver creato troppi debiti nel bilancio della società, questo è un grave problema. Il contratto di sponsorizzazione con l’attuale storico partner per le maglie dei Diavoli Rossi, scade il 30 giugno. Per ora non ci sono all’orizzonte nuove aziende interessate, un ulteriore colpo alle già fragili casse del Manchester United.
Nel frattempo Solskjaer prepara la prossima sfida contro l’Aston Villa in Premier League per blindare la qualificazione alla prossima Champions League. L’appuntamento da non fallire per gli inglesi è però quello del 26 maggio: la finale di Europa League contro il Villareal.