Come e perché Will Ferrell, uno dei più influenti attori comici degli ultimi venti anni ha deciso di investire i suoi soldi in un club di calcio a Los Angeles
Matthew McConaughey ha urlato al mondo la sua passione per il calcio investendo una piccola fortuna nell’Austin FC, la squadra di calcio della sua città: ma non si tratta certo di un caso isolato.
L’Austin ha fatto il suo esordio in MLS rivelandosi subito una realtà piuttosto concreta: dopo la sconfitta all’esordio contro il Los Angeles FC (2-0) sono arrivate due belle vittorie: la prima contro il collaudato Colorado (3-1 in trasferta e in rimonta con una doppietta di Dominguez) poi un altro successo esterno a Minneapolis. Non male per un esordiente.
Come McConaughey anche Will Ferrell ha investito molti soldi nel calcio: in particolare proprio nel Los Angeles FC che nella prima giornata di campionato ha creato un ‘derby hollywoodiano’ tra i due. I due attori sono buoni amici oltre che grandi appassionati e non hanno lesinato menaggi e sfottò prima e dopo la partita.
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La storia di Will Ferrell è quanto meno singolare. Ferrell, 53 anni, è quello che si dice un ‘character’ ovvero un attore atipico. Raramente sceglie ruoli da protagonista: fa parte di una nidiata di interpreti straordinaria, tutti amici di vecchissima data che hanno ricreato il mito del ‘Rat Pack’ gli attori della cerchia di Frank Sinatra che raccoglieva anche Sammy Davis, Dean Martin e Hett Lewis. Ferrell è uno dei leader del Frat Pack: lui, Owen Wilson, Ben Stiller e Richard Vaughn. I personaggi più bizzarri degli ultimi 15 anni sono tutti suoi. Dal perfido Jacobim Mugatu in “Zoolander” a Kevin, uno degli studenti di “The Internship” (Gli Stagisti) per non dimenticare “Ricky Bobby”, “Ron Burgundy” e soprattutto Chazz Rheinold il maniaco sessuale seriale di “Wedding Chrashers” che si imbuca a matrimoni e funerali per collezionare donne.
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Ferrell è un appassionato maniacale di sport: baseball, Nascar, basket. Colleziona divise, autografi e ha un piccolo museo personale. Nulla di acquistato all’asta. Tutto rigorosamente donato da sportivi che sono suoi fan: una maglia con dedica di Kobe, un pallone firmato da Shaq, una maglia dei Galaxy indossata da Ibra.
Quando nel 2014 va vedere una partita dei Los Angeles FC è amore a prima vista: anche perché il più grande dei suoi tre figli, Magnus, gli chiede immediatamente di andare a giocare a calcio nell’Academy. Lui comincia a guardare le partite, seguire il figlio, poi iscrive anche i più piccoli Mattias e Paul e infine partecipa a due partite di beneficenza. Il club lo elegge primo “Falconeer”, il simbolo del club è un falco nero e oro.
Oggi investe gran parte dei suoi guadagni nel club che fa un enorme lavoro di reclutamento tra i quartieri più poveri e pericolosi, portando il calcio tra cemento, degrado e droga. Una vera risposta alle bande giovanili che ogni anno a LA costano migliaia di vittime.
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Will Ferrell e McConaughey sono stati visti spesso a braccetto alle prime partite dell’Austin. Nel frattempo i falchi hanno conquistato il loro primo trofeo, il Supporter’s Shield del 2019 quadruplicano il numero di iscritti del settore giovanile. Un movimento che coinvolge migliaia di giovanissimi e ragazzini.
E il derby tra i due continua. Tra beneficenza e iniziative speciali sempre rivolte ai più giovani: “Matthew ha molti più soldi di me – dice scherzando Ferrell – e ad Austin può fare moltissimo. Ma al Banc of California sono il padrone di casa e anche se il nostro condominio è perennemente in costruzione, perché stiamo crescendo, lui è il benvenuto. Basta che lasci il suo contributo in termini di punti e affetto. Ogni ragazzo che togliamo dalla strada e portiamo sul campo di calcio è una vittoria. La nostra missione è questa. Vincere? Ci stiamo togliendo qualche grande soddisfazione: ma non stiamo già vincendo facendo quello che facciamo?”
Ferrell segue la Serie A: ama il nostro campionato. E non ha mai voluto rivelare quanto investe nel club: “É una cosa che faccio per i miei figli e i figli di un sacco di altra gente. Non si dice mai quanto costa un regalo”.
Intanto ribattezza la squadra dell’amico McConaughey “i Cactus” e dopo ogni partita passeggia sotto la curva dei “3252” (dal numero dei seggiolini del settore) intonando il suo coro preferito: “Jump for LA FC olé olé”, con la tifoseria del Barrio Angelino che ondeggia da destra a sinistra.
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