Morte Maradona, tutti gli errori e le colpe dei medici: le conclusioni della perizia
Nelle settanta pagine della perizia sulla morte di Maradona emergono errori, colpe e responsabilità dei medici che avrebbero potuto salvarlo
Emergono nuovi, inquietanti dettagli sulla morte di Diego Armando Maradona. La commissione interdisciplinare messa in piedi dalla Procura generale di San Isidro. Delle sue conclusioni vi avevamo già dato conto il 28 aprile, ma dalle settanta pagine del documento conclusivo, suddiviso in tredici punti, vengono fuori ancora tanti lati oscuri sulle ultime ore di vita del Pibe de Oro.
Nel testo del documento inviato al procuratore generale di San Isidro, John Broyad, i periti spiegano che Maradona si sarebbe potuto salvare “se fosse stato ricoverato in un centro sanitario polivalente”.
I medici che lo hanno avuto in cura negli ultimi giorni di vita in una casa nel quartiere di San Andrés, a Tigre, avrebbero tenuto un comportamento definito “inadeguato, sconsiderato e carente”. Lo riportano i media argentini.
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Non si fermerà qui, dunque, l’indagine che Patricio Ferrari, Cosme Iribarren e Laura Capra hanno coordinato. Nel fascicolo figurano il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Daniel “Charly” Díaz, gli infermieri Dahiana Gisela Madrid e Ricardo Omar Almiron, Nancy Forlini e Mariano Perroni.
Gli ultimi due nomi richiedono qualche spiegazione in più. Forlini è un medico che ha coordinato il ricovero a domicilio nella residenza di Tigre per lo Swiss Medical. Perroni è l’infermiere che aveva il ruolo di coordinamento.
Molte cose, però, non sono andate come avrebbero dovuto. Maradona, riconoscono gli esperti, era un paziente con molteplici patologie e non nel pieno possesso delle sue facoltà mentali quando è stato dimesso dall’ospedale.
Negli ultimi giorni, non gli sarebbero stati garantiti controlli adeguati né assistenza. Gli esperti sottolineano anche come gli sia stato addirittura somministrato “un farmaco controindicato per i pazienti con disturbi cardiaci”. Non è escluso, scrivono, che possa essere stato un fattore nel condurlo alla morte.
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