L’Ajax ha presentato la sua nuova maglia che è un omaggio a Bob Marley e a una canzone straordinaria che i tifosi dell’Ajax cantano da tempo anni nella propria curva
C’era una volta Bob Marley. Capisco che uno che è stato, poco più che 15enne al grande concerto del guru del reggae a San Siro nel 1980 potrà sembrare un trombone alle orecchie dei millennials per i quali esistono solo i social e la trap.
Ma decine di migliaia di ragazzi che oggi ascoltano i campionamenti dei pezzi di Bob Marley, canticchiandoli con la stessa semplicità con la quale si sono ascoltate le ninne nanna nel liquido amniotico quando si era nella pancia della mamma, non hanno la benché minima idea di che cosa Marley abbia rappresentato per la cultura e la musica moderna.
Tanto per dirne una: le due icone più diffuse del mondo sono Bob Marley e Albert Einstein. Il loro volto è riconoscibile ovunque ed è un brand di successo. Anche se molti, disgraziatamente non sanno dargli un nome. Bob Marley in Italia è rimasto “quello con le treccine” o “quello che è morto di canne”. Ogni tanto capita anche che qualcuno provi ad alzare un po’ il livello.
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Per questo è scattato un sorriso, seguito da un momento di commozione, quando l’Ajax la settimana scorsa ha deciso di presentare la sua nuova terza maglia che ricorda proprio Bob Marley. Dietro, sotto il colletto, appena sopra le tre X che rappresentano la bandiera della città, compariranno tre piccoli uccellini. Tre passerotti, molto comuni nei parchi di Amsterdam.
Le tre X sono un simbolo vecchio quanto la città: ma ancora oggi non è chiaro cosa significhino. Se siano una sorta di omaggio alla tripla croce di Sant’Andrea, o se ricordino i tre pilastri sui quali fu fondata la città (valore, determinazione e misericordia) o se come sostengono gli storici siano le tre croci che Amsterdam ha dovuto superare per diventare una delle città più ricche ed evolute del mondo. L’inondazione del 1420, due devastanti incendi nel 1421 e nel 1453 e la terribile pestilenza del 1664. Le tre X sono un simbolo del DNA della città e quindi anche dell’Ajax. I tre passerotti invece sono in omaggio a Bob Marley.
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Gli olandesi adottarono Bob Marley fin dal tour del 1976, quando il profeta del reggae diede vita a un concerto memorabile alla Jaap Endenhal, la pista da hockey della città. Di lì a poco uscì “Exodus”, un enorme successo. Marley era molto preoccupato per le divisioni razziali, l’apartheid, le tensioni sociali e il terrorismo. E provò a scrivere una canzone, l’ennesima, su pace, integrazione e tolleranza. “Three little birds” è un mantra : non preoccuparti inutilmente – dice – le cose andranno nel modo migliore. Sappiamo perfettamente che tutto spesso va a rotoli peggio di prima. Ma ogni tanto è bello sentirsi dire che andrà tutto bene, sul serio.
Bob Marley era un grande appassionato di calcio: un ottimo palleggiatore per la verità. Prima di ogni concerto negli stadi ne approfittava per una partitella con i suoi musicisti e i suoi figli, in particolare Ziggy (quando Marley morì aveva solo 12 anni), il primo che raccolse la sua eredità musicale. I tifosi dell’Ajax hanno adottato “Three Little Birds” come proprio mantra ufficiale dal 2008, quando una interminabile versione di questa canzone fu proposta da uno dei figli di Marley, Ky-Mani, prima di una partita poi vinta 3-0.
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Nessun altro musicista come Bob Marley ha saputo cantare la tolleranza, l’accettazione, l’integrazione realizzando in pochissimi anni capolavori assoluti che sono entrati nella letteratura come punti fermi della nostra cultura: “Could U be Loved”, “No Woman, No Cry”, “One Love”. La sua “Buffalo Soldier” – una tremenda invettiva che si rifaceva alla secessione ma in realtà parlava di razzismo e apartheid nel Sudafrica (Mandela era ancora in galera) – oggi è uno dei brani più cantati negli stadi di tutto il mondo. Storpiata. Ma siamo convinti che a lui, grande fan del calcio non sarebbe dispiaciuto. Un uomo che unì latitudini estreme: se a Bob Dylan hanno riconosciuto un Nobel per la letteratura a uno come Bob Marley ne avrebbero dovuti dare almeno due, anche quello per la pace. Scomparso l’11 maggio del 1981 a soli 36 anni, tra poco saranno quarant’anni, riposa in Jamaica, nel cimitero di Nine Mile, a pochi metri da dove era nato e cresciuto, insieme alla sua Fender Stratocaster con tracolla gialla-rossa-verde
La maglia celebrativa dell’Ajax, splendida, sarà tutta completamente nera: in evidenza solo un curioso girocollo jamaicano le strisce dello sponsor tecnico le X della città e i three little birds della canzone che da 44 anni si ostina a dire “state calmi, e andrà tutto bene”.
Un bel video che testimonia la passione di Bob Marley per il calcio
Una versione di “Three Little Birds” eseguita da Bob Marley durante un sound check
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