Oscar Damiani, l’arte, il pallone e le trattative di calciomercato. L’ex attaccante di Juventus, Genoa, Napoli e Milan, parla in ESCLUSIVA a CalcioToday.it a poche settimane dall’uscita del libro edito da Chimera Editore e curato con Angela Faravelli e Alberto Cerruti: un volume ricco di immagini straordinarie che testimonia la passione del noto procuratore sportivo per l’arte e, ovviamente, per il calcio.
Oscar Damiani ha intitolato il suo libro ‘L’arte nel pallone’. E non poteva esserci scelta migliore per l’ex calciatore: oggi protagonista di molte importanti trattative di calciomercato e grande collezionista d’arte contemporanea. “C’è qualcosa di ‘reciproco’ tra l’arte e lo sport – spiega l’indimenticato ‘Flipper‘ ai microfoni di CalcioToday.it – I calciatori sono anche loro degli artisti, basta pensare a Messi o Ronaldo. Come nell’arte, ci sono quelli più bravi e quelli meno bravi. Oggi però tutto è cambiato rispetto a tanti anni fa“.
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Più che per la sua passione da collezionista, Oscar Damiani è conosciuto dai tifosi per i tanti campioni che è riuscito a portare nel nostro campionato in tutti questi anni: “Nel calcio, come nella vita, la cosa più importante è diventato il denaro. Una volta c’era il sentimento, la voglia di far parte di una grande squadra. Oggi si guarda prima al contratto. Donnarumma sta a guardare un milione in più o un milione in meno, una volta non era così. Messi? Vedo solo due opzioni per il suo futuro: Barcellona o Paris Saint-Germain. Secondo me finirà la carriera in Spagna“.
Tra le cose belle di questo campionato, per Damiani c’è ancora l’Atalanta: “È una grande squadra e soprattutto una grande società. Gasperini è bravissimo ma è stato il presidente Percassi a sceglierlo. Tutti pensano che i calciatori siano la cosa più importante, invece non esistono risultati senza una grande società alle spalle. La Superlega? È stato un errore e sono contento che sia fallita – aggiunge Damiani – Capisco che le società devono migliorare gli introiti perché indebitate, ma conviene cominciare a pensare di ridurre prima le spese, altrimenti fallisce il mondo del calcio e diventa una sconfitta per tutti“.
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