Gli ultimi tre allenatori della Juventus non sono riusciti a risolvere il dilemma di Paulo Dybala e della sua convivenza con Cristiano Ronaldo
Due anni fa, Paulo Dybala ha rifiutato una proposta di rinnovo di contratto a dieci milioni l’anno. Adesso anche i 7,3 dell’attuale ingaggio appaiono eccessivi per la Joya, che ha disputato 1099 minuti in Serie A, con quattro gol e due assist all’attivo.
Numeri in evidente calo, complice anche l’infortunio e i problemi legati al COVID-19 di questa stagione. Numeri che però raccontano una tendenza più generale, una graduale e costante perdita di valore economico e di centralità nel progetto tecnico della Juventus dell’argentino.
Eloquente, a questo proposito, la riflessione di Massimiliano Allegri nell’ormai celebre intervista a Sky nel “Club” con Fabio Caressa e Sandro Piccinini.Juventus, flop Dybala: Allegri, Sarri e Pirlo, perché la Joya resta un problema L’ex tecnico bianconero ha rivelato di aver subito spiegato a Dybala che non avrebbe potuto giocare da centravanti, né da “falso nove”. Rispetto al Palermo dove aveva brillato fino a quel momento, gli ha detto Allegri, la Juventus occupa per più tempo la trequarti avversaria e questo richiede un attaccante in grado di occupare l’area di rigore.
Dybala però non corrisponde al profilo. Ed è uno degli elementi che ha reso complessa e non sempre proficua la convivenza con Cristiano Ronaldo, anche nel tridente con Gonzalo Higuain, che pure tende a muoversi molto al di fuori degli ultimi sedici metri.
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Per questo Allegri l’aveva allontanato dalla porta, tentando invano di impostarlo come trequartista. Ma la Joya aveva finito per occupare una porzione più ampia di campo, e di conseguenza per perdersi.
Sarri l’aveva rimesso al centro dell’attacco, Pirlo lo ha schierato come uomo di raccordo fra l’attacco e il centrocampo che non ha più Pjanic come ragionatore.
In questa stagione si è riavvicinato agli ultimi sedici metri, 4.4 tocchi in area di media a partita. Completa 2,02 passaggi per il tiro ma quando va alla conclusione totalizza appena 0,26 expected goals per ogni incontro. Ovvero la sua media più bassa dal 2015, secondo i dati Wyscout.
La media dei passaggi complessivi che effettua ogni novanta minuti è la più bassa dal 2016 in Serie A (31,6). Anche perché Pirlo da un lato ha schierato Dybala da “numero 10” per cucire il gioco con un Cristiano Ronaldo restio in fase di possesso a completare un’evoluzione da centravanti d’area. Ma nelle occasioni in cui manca Morata, la Juventus fatica a generare profondità.
Inoltre, il meccanismo di gioco, gli schemi con cui la Juventus di Pirlo fa avanzare il pallone, coinvolgono più frequentemente Cuadrado, McKennie e Chiesa, svuotando il corridoio centrale.
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