L’Italia deve ospitare alcune gare di Euro 2020, ma l’UEFA vuole la garanzia che ci siano i tifosi all’Olimpico: Gabriele Gravina è ottimista a riguardo, le sue dichiarazioni.
E’ cominciato il countdown per gli Europei della prossima estate, quelli che si sarebbero dovuti disputare nel 2020. Il Covid ha imposto la ri-programmazione del torneo, con la speranza che in questo 2021 si sarebbe tornati alla normalità. Invece, gli stadi sono ancora chiusi al pubblico qui in Italia e Euro 2020 rischia di coinvolgere pochissimi tifosi nel Continente. Sono infatti pochi i Paesi che hanno dato il via libera per poter contenere all’interno degli impianti migliaia di spettatori, ma il governo italiano non si è ancora espresso con decisione.
Tra pochi giorni, la FIGC deve dare una risposta chiara all’UEFA e ufficializzare o meno la possibilità di far entrare il pubblico negli stadi. Quest’oggi, il numero uno del calcio italiano ha consegnato al ministro della Salute Roberto Speranza e la sottosegretaria Valentina Vezzali i documenti sull’Olimpico a porte aperte. Inoltre, Gabriele Gravina ha rilasciato alcune dichiarazioni al consiglio federale.
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Il presidente della FIGC ha lanciato un messaggio forte e chiaro al Governo: “Io mi sento ottimista, capisco le ansie ma dobbiamo avere coraggio e proiettarci tutti all’11 giugno – data inaugurale degli Europei, con sede proprio a Roma – Entro il 18 aprile dobbiamo avere una risposta dal governo per darla all’UEFA“.
Poi Gabriele Gravina ha aggiunto: “Alla fine per Euro 2020 si chiede di riempire l’Olimpico del 25% dei tifosi, soggetti vaccinati, che hanno tampone negativo e si rispetterà il distanziamento tra i posti a sedere“.
La Federcalcio, dunque, è fiduciosa per il torneo continentale che potrebbe vedere l’Italia protagonista come Paese ospitante. Infatti, l’Olimpico di Roma sarebbe sede delle gare degli Azzurri e di un quarto di finale. “L’Italia non può perdere un’opportunità così importante. Non vogliamo avere privilegi, ma l’11 giugno tutti noi dobbiamo ripartire e liberarci dalla prigionia della pandemia. Il calcio può essere un punto di riferimento per diversi settori”.
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