La RAI e i diritti del Mondiale: il progetto di Mario Draghi

L’assegnazione dei diritti dei Mondiali di calcio in Qatar del 2022 alla RAI ha colto di sorpresa un po’ tutti: anche chi sta cercando di capire in che modo si evolve il mercato dei diritti pay

Mondiali Rai
La Francia alza l’ultimo trofeo del Mondiale di calcio in Russia (Getty Images)

Mondiali in chiaro e gratis per tutti sulla RAI: una notizia che riporta la storia dei diritti televisivi del calcio indietro di quasi venti anni e che ha spiazzato non poco gli analisti che si occupano di calcio e televisione.

Mondiali sulla RAI: ecco perché

Pochi si aspettavano un tale colpo di scena che è stato reso ancora più autorevole dal fatto che la notizia è stata ufficializzata non dalla RAI ma dalla FIFA e che la tv di Stato è stata quasi obbligata a presentare un comunicato stampa il giorno dopo che la notizia era ormai stata battuta da tutte le agenzie e analizzata anche dagli editorialisti economici.

É una vera rivoluzione copernicana. Perché la RAI da anni ha abbandonato i live televisivi delle partite di Serie A, limitandosi alle trasmissioni di approfondimento e a diritti marginali che possono consentire trasmissioni storiche come “90esimo minuto” e “La Domenica Sportiva”. Il prodotto di punta al momento, Nazionale a parte (Nations League, qualificazioni all’Europeo e al Mondiale a parte) è la Coppa Italia. Da dove arriva la volontà di investire una cifra rilevante nella produzione di tutte le partite dei Mondiali?

Semplice… da Palazzo Chigi.

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Come cambia la RAI

La RAI è alle prese con un profondo momento di trasformazione. Da alcuni mesi è in ballo un concorso per l’assegnazione di numerosi contratti giornalistici proprio nella redazione sportiva. La rete resta una delle aziende italiane di punta, probabilmente l’ultima dopo il tracollo di Alitalia e la progressiva privatizzazione di tutti gli altri vecchi colossi di stato: e ha bisogno di un consistente rilancio. Mario Draghi vede nella RAI qualcosa da rivitalizzare e rilanciare: e niente come lo sport e il calcio può farlo. Di qui la decisione di alzare l’asticella.

I Mondiali poi andranno in onda in un periodo di grande affollamento pubblicitario, il migliore in assoluto, tra novembre e dicembre subito prima di Natale: una cuccagna per una rete in chiaro. Alla Sipra, la ricchissima concessionaria pubblicitaria della rete pare abbiano brindato a champagne all’annuncio. E una collocazione del genere merita un investimento adeguato.

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Didier Deschamps con la Coppa del Mondo vinta al Mosca nel 2018 (Getty Images)

Quando ha speso la RAI

Forse non i 190 milioni di euro che sono stati ipotizzati da alcuni editorialisti, ma nemmeno il minimo indispensabile di 100 milioni di euro. Sicuramente la tv di stato parte con un bilancio in rosso per coprire questa operazione che avrà bisogno di inserzionisti e magari anche di una nazionale di Roberto Mancini davvero competitiva, proprio come quella che abbiamo ammirato nel corso di questi ultimi mesi.

In un business che vede sempre più aggressivi i player a pagamento, in streaming e non, alla RAI non resta altro che riconquistare il suo pubblico con una offerta decisamente competitiva. I Mondiali sono il compromesso più logico.

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