Il brasiliano Willian si dice disgustato dalla piega che sta prendendo l’invadenza dei social network e chiede una presa di posizione e nuove norme alle autorità del calcio e alle istituzioni
In Inghilterra ormai da qualche tempo si sta parlando con sempre maggiore insistenza dell’invadenza dei social network. Fan appostati sotto casa, dietro al campo di allenamenti. Tutti sembrano volere “un pezzo” dei propri beniamini: un video, una foto, un selfie. E chi non risponde alle richieste viene preso di mira, in modo molto spesso estremamente aggressivo.
Willian e gli insulti on line
A prendere una posizione molto netta su questa vicenda è stato oggi Willian. Il brasiliano dell’Arsenal ha chiesto alle istituzioni inglesi preposte al controllo dei media di prendere provvedimenti seri. Willian in particolare si riferisce alle durissime espressioni fortemente razzisti che alcuni ‘tifosi’ hanno postato su Intsagram, Twitter e Facebook nei confronti di colleghi come Trent Alexander-Arnold, Naby Keita e Sadio Mane sono stati recentemente presi di mira.
Facebook in passato aveva già effettuato un’indagine su alcuni post razzisti. Scoprendo che gli li aveva postati era in definitiva un troll, ovvero un utente anonimo che aveva creato un account per postare alcuni insulti e rendersi poi irriconoscibile. Una pratica purtroppo molto consueta non solo in Inghilterra. Il numero di post e account cancellati di hater e flamer sono impressionanti, quasi sette milioni solo in Inghilterra e solo su Instagram. Una vera e propria piaga.
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Molestie e razzismo
Anche Willian a febbraio ha ricevuto centinaia di messaggi con insulti razzisti. La stessa cosa era accaduta al suo ex compagno di squadra della Dinamo Kiev, Taison, anche lui oggetto di messaggi razzisti. Willian però allarga il concetto: “I calciatori, come molti altri sportivi, sono semplicemente un bersaglio più evidente degli altri sul quale molti scatenano le proprie frustrazioni. Noi non possiamo fare molto. Segnaliamo, ne parliamo con il club e tra di noi. Ma servono leggi dure e non aggirabili. La cosa sta diventando veramente dolorosa e fuori controllo”.
Negli ultimi tempi si è parlato molto anche di insulti occorsi a giocatori che avevano rifiutato un selfie o un autografo. Che venivano bollati a loro volta come razzisti… alcuni episodi erano stati letteralmente inventati per danneggiare l’immagine di calciatori ‘poco collaborativi’ nei confronti dei fan.
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#StopOnlineAbuse
Willian chiama le istituzioni sportive e britanniche a una presa di posizione seria: “Non c’è alcuna iniziativa davvero seria da parte delle autorità. Coinvolgono in insulti me, la mia famiglia. E la cosa è insopportabile. Qualcuno è entrato in possesso del mio telefono e ho ricevuto messaggi terribili, irripetibili. L’unico sostegno l’ho ricevuto dal mio club”.
L’Arsenal infatti qualche giorno fa ha lanciato una campagna sociale – denominata #StopOnlineAbuse come – nel tentativo di coinvolgere altri club a una iniziativa collettiva.
Willian non esclude di chiudere tutti i suoi profili social, cosa che molti sportivi hanno fatto: “Ho pensato di chiudere ma a questa prima reazione è prevalsa la voglia di parlare e condividere, che è quello che chiedo anche a tanti altri colleghi che stanno vivendo la stessa cosa. La cosa triste è che dopo ogni partita accendo il telefonino con la paura di leggere quello che mi è stato scritto. E questa cosa non è giusta…”
All of us at Arsenal – players, staff and fans – stand together to address the flow of abusive posts and messages on social media platforms
We call on everyone to join forces and identify, condemn and highlight abuse when they see it pic.twitter.com/3WEZLt7uCt
— Arsenal (@Arsenal) March 30, 2021