In Cadice-Valencia Mouctar Diakhaby è stato vittima di razzismo: non è il solo caso in Europa in questa stagione tormentata da intolleranza e discriminazione.
Il mondo del calcio, specialmente quello spagnolo, è rimasto attonito di fronte all’episodio di razzismo scatenato durante il match tra Cadice e Valencia. Nel bel mezzo della partita, attorno al minuto 29 del primo tempo, Mouctar Diakhaby ha ricevuto offese sul colore della sua pelle. Il protagonista degli insulti è Juan Torres Ruiz, meglio noto come Cala.
Lo scontro tra i due è stato molto acceso, tant’è il gioco è stato interrotto dal direttore di gara e i compagni di squadra della vittima hanno abbandonato il campo in segno di protesta. Dopo circa mezz’ora il match è ripreso, per stessa volontà del difensore francese che ha chiesto ai ragazzi di ritornare in campo, ma senza di lui. Ora spetterà al Giudice Sportivo della Liga pronunciarsi e verificare, attraverso indagini accurate, se prendere provvedimenti disciplinari.
Diakhaby non è il solo in questa stagione ad esser vittima di razzismo. Infatti, in poco più di 6 mesi di gioco, in diverse zone d’Europa e in differenti circostanze sono avvenuti episodi simili. Uno dei più eclatanti, è quello scatenato in Champions League in PSG-Basaksehir, con il quarto uomo Sebastian Coltescu protagonista, ma successivamente assolto.
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Era l’8 dicembre del 2020, ultima gara del girone di Champions tra PSG e Istanbul Basaksehir. Poco dopo i 10 minuti di gioco a causa di qualche protesta di troppo in panchina, il quarto uomo Coltescu richiama Achille Webo – assistente del primo allenatore della squadra turca – definendolo “Negru” (nero in romeno). Si scatena il panico a bordocampo, con l’indignazione generale dei giocatori dell’Istanbul ma anche del Paris Saint-Germani, che esprimono solidarietà. La partita viene interrotta, i giocatori non ritornano in campo. Si rigiocherà il giorno dopo con altri ufficiali di gara. Tuttavia, mesi dopo, Coltescu è stato assolto dall’UEFA perché le espressioni utilizzate non sono state di natura razzista, perché in lingua romena quel termine non ha connotazione peggiorativa.
Sempre l’UEFA ha aperto un’inchiesta poche settimane fa, per un presunto caso di razzismo in Rangers-Slavia Praga di Europa League. Ondrej Kudela, giocatore ceco, avrebbe rivolto offese pesanti a Glen Kamara, ma queste accuse sono state respinte dal club che definisce tutto il caso come una montatura ad hoc. Solo la commissione dell’organo calcistico europeo potrà fare chiarezza.
In Serie A, nel giro di pochi giorni, si sono scatenati due casi a sfondo razziale nei confronti di due calciatori del Crotone. Prima Ounas e successivamente Simy sono stati insultati per il colore della propria pelle. Quest’ultimo, ha ricevuto minacce di morte a sé e suo figlio. Fortunatamente, la città calabrese ha preso subito posizione, respingendo con fermezza ogni tipo di intolleranza e discriminazione.
Insomma, Mouctar Diakhaby non è la sola vittima di razzismo in questa stagione, e purtroppo non sarà l’ultima. Tanti, ancora troppi gli episodi che lasciano senza parole. Serve un cambiamento e serve in fretta.
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