Mentre tutti parlano dei milioni di euro che potrebbe muovere Haaland, c’è un giocatore in Austria decisivo, umile, che costa relativamente poco e che vive in silenzio la sua vita da predestinato, Patson Daka
Si chiama Patson Daka e apparentemente tutti lo vogliono. Merito dei suoi 30 gol in 32 partite (otto assist) – solo in questa stagione – con la maglia del Red Bull Salisburgo. Un bilancio che lo ha imposto all’attenzione internazionale.
Anche se il campionato austriaco non si può considerare uno dei major a livello europeo, vale la pena sottolineare alcune delle caratteristiche di questo giocatore che in tre anni è migliorato enormemente.
Daka è zambiano, nativo di Kafue, una piccola cittadina non lontano da Chingola, sull’altopiano minerario del Lusaka. Un fisico impressionante , 1.86 per 75 chili di peso. Alto, potente, veloce, un atleta nato. Che dal canto suo ha anche altre qualità e caratteristiche importanti: è un ragazzo molto disciplinato, umile, intelligente che ha capito fin da ragazzino che i sacrifici lo avrebbero ripagato. Ma anche che solo un viaggio in Europa lo avrebbe avvicinato al suo sogno di diventare calciatore professionista. La sua storia calcistica nasce con il padre, Nathtali, un calciatore che in Zambia aveva avuto una discreta carriera da professionista prima di una morte crudele e prematura.
Patson rimane orfano, studia, aiuta la famiglia e gioca quando può. Quando a 14 anni sul suo altopiano arrivano gli osservatori della Airtel Academy, Patson è a scuola: per una verifica di letteratura. Finisce il compito a razzo, esce di corsa da scuola, va al campo correndo e gioca una decina di minuti. Segnando quattro gol. Tanto abbastanza per sentirsi dire dal capo degli osservatori… “non muoverti di qui”.
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E così, nel 2014, a 16 anni, affidandosi a uno degli agenti dell’Airtel prepara la valigia per due mesi di provini a tamburo battente. Il Red Bull Salisburgo, un club che non ha solo un sacco di soldi, ma sa anche come spenderli, lo mette immediatamente sotto contratto intravedendo in lui le potenzialità di un nuovo Lukaku. Contratto di cinque anni.
Una stagione e mezza nel piccolo Liefering, il club di sviluppo della Red Bull (sei gol in 27 presenze) prima del passaggio al Salisburgo dove impiega poco tempo per trovare un ruolo da titolare concretizzando le sue enormi potenzialità.
Patson è quello che si dice ‘uno sgobbone’. Arriva per primo, va via per ultimo. Lavora ore e ore sul campo ma anche in palestra: e nel frattempo studia. Oggi se la cava con l’inglese e il francese e si è intestardito a volere imparare il tedesco.
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La convocazione in nazionale con i Chipolopolo (i proiettili di rame, così sono soprannominati i giocatori dello Zambia) lo ha trovato pronto. Venticinque chiamate e sette gol, segnando due belle doppiette nelle ultime partite di qualificazione alla prossima edizione della Coppa d’Africa contro Algeria e Zimbabwe.
Tornato dalla Nazionale, Patson si è presentato sul campo d’allenamento alle 9 del mattino. l’appuntamento era alle 15. Si è allenato, ha chiacchierato con il massaggiatore, si è fatto tagliare i capelli, ha mangiato la solita wienerschnitzel (la versione austriaca della cotoletta alla milanese) di cui è golosissimo e con tre gol in otto minuti (al terzo, al quinto e all’undicesimo) ha praticamente chiuso da solo la pratica Sturm Graz permettendosi il lusso di sbagliare anche un calcio di rigore.
Con i suoi gol, 23 in 19 partite di Bundesliga austriaca, il Red Bull Salisburgo è lanciatissimo verso il titolo. Di questo passo Patson polverizzerà il suo record personale di 24 gol in 31 partite di due anni. Segna sempre, e comunque: al momento è andato in bianco in due sole partite.
Per far capire il personaggio… a un giornalista che gli chiedeva se gli piacesse essere chiamato “goal machine” in uno speciale interamente dedicato a lui il ragazzo ha risposto… “ma perché, non vi piace Patson?”
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