Ex attaccante di razza, tra gli altri di Atalanta, Reggina, Lazio, Torino e Manchester City, oggi produttore di vino, opinionista televisivo e aspirante manager calcistico all’inglese, Rolando Bianchi racconta a CalcioToday.it alcuni dei momenti più importanti della sua carriera e i temi attuali del calcio.
Ha segnato più di 120 gol in carriera, alcuni di questi anche in Inghilterra e Spagna, appesi gli scarpini al chiodo ha anche frequentato i corsi da allenatore e direttore sportivo. In attesa di passare dalla teoria alla pratica, e magari di realizzare il suo sogno e poter gestire l’area tecnica di una società di calcio, Rolandi Bianchi parla in ESCLUSIVA ai microfoni di CalcioToday.it.
“Ho un’idea particolare di gestione di una società – spiega l’ex bomber bergamasco – Mi piacerebbe gestirla con metodi e manager all’inglese. In Italia, però, non è facile perché ci sono due figure ben distinte: quella del direttore sportivo e quella dell’allenatore. Ho imparato molto dagli inglesi, sono veramente straordinari a livello lavorativo. Forse il mio unico grande sbaglio della carriera è aver lasciato troppo presto il Man City“.
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Manchester City, Belotti, il Torino: l’opinione di Rolando Bianchi
Durante l’intervista, Rolando Bianchi ricorda anche l’esperienza al Torino: “Appena arrivato mi chiamarono i capi ultrà e mi dissero: ‘Da noi non avrai mai un applauso’. L’anno prima avevo infatti scelto di andare alla Lazio perché il Torino non mi garantiva il riscatto. Risposi che non era un problema e mi misi a lavorare. Dopo 5 anni sono uscito dallo stadio fra la standing ovation del pubblico granata. Belotti? Mi piace e sta lasciando il segno sia con il club che con la Nazionale. Spero possa rimanere a Torino“.
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