Bulgaria-Italia, c’era una volta Baggio contro Stoichkov: i precedenti

La storia delle sfide tra Italia e Bulgaria riporta precedenti importanti e in particolare alla semifinale Mondiale del 1994 negli Stati Uniti, quando il mondo si mise ai piedi di Roberto Baggio

Bulgaria-Italia, c’era una volta Baggio contro Stoichkov: i precedenti
Bulgaria-Italia, c’era una volta Baggio contro Stoichkov: i precedenti

La Bulgaria è uno dei paradossi della nazionale azzurra: in diciannove partite gli Azzurri hanno vinto dieci volte e pareggiato sette. Due sole le sconfitte. Però la Bulgaria è anche una delle pochissime squadre con cui l’Italia non ha mai vinto in trasferta: quattro le sfide, tre pareggi e una sconfitta, nel 1968.

Bulgaria, bilancio OK

Eppure alla Bulgaria ci legano anche dei bei ricordi. All’Europeo 2004 arrivò una bella e sofferta vittoria per 2-1 grazie a un gol di Antonio Cassano a tempo ampiamente scaduto. Al Mondiale del 1986 in Messico affrontammo la nazionale bulgara nella fase a gironi del Mondiale. Ci presentavamo da campioni del mondo e forse ci si aspettava qualcosa di più: fu un pareggio, 1-1. Ma stavolta la corsa degli azzurri si fermò con una deludente eliminazione. Uscimmo agli ottavi di finale contro la Francia di Platini.

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Te la dò io l’America

La partita che resta più impressa nella memoria dei tifosi azzurri è quella del Mondiale 1996, negli Stati Uniti: si giocava al Meadowland, uno dei monumenti più grandiosi dello sport americani, lo stadio dei Giants di New York, oltre 75mila persone. I tifosi italiani si erano accaparrati biglietti in ogni maniera, partendo all’ultimo istante, spendendo piccole fortune con gli scalpers, i bagarini americani. Era un mercoledì. Ci furono storie incredibili. Su tutte quella di tre fratelli che partirono da tre angoli diversi del mondo: uno da Napoli, uno da Melbourne e l’altro da Hannover. Non si vedevano da cinque anni: si incontreranno fuori dallo Stadio.

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Ai piedi di Roberto Baggio

Ma la storia dentro lo stadio la fa Roberto Baggio. La Bulgaria è un brutto cliente, non solo Hristo Stoichov che era all’apice della sua straordinaria carriera con il Barcellona. Ma anche il velocissimo Lechkov, il tostissimo Iankov e l’imprevedibile Balakov. Sacchi studia una gabbia nel quale imbrigliare Hristo che in effetti giocherà una delle partite più opache della sua vita, sicuramente la peggiore di quel mondiale. Stoichkov segna, ma su rigore, rimediando solo parzialmente a due gol di Baggio. Nel finale sarò anche sostituito.

Con Iankov che lo marca a uomo Baggio gioca dall’inizio e illumina la scena con tutta la grandezza del suo talento. Prima una deliziosa punizione dal limite, poi un’occasione strepitosa con un’azione personale del codino che si conclude con un delicatissimo tocco di interno destro. L’Italia domina, sfiora almeno tre gol. Il vantaggio è un capolavoro: su azione di calcio d’angolo tutti aspettano il colpo di testa di Maldini o di Casiraghi. In una delle cervellotiche elaborazioni su schema di Sacchi la palla arriva a ritroso da Baggio che si sgancia, si accentra e imprime al pallone una traiettoria fatata: 1-0. Altre occasioni sprecate, poi Baggio la chiude: pallonetto di  Albertini che spalanca un corridoio davanti al destro del #10, conclusione angolatissima, un colpo da biliardo.

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Italia Bulgaria Baggio
Baggio consolato da Ivanov dopo l’infortunio muscolare del fuoriclasse in semifinale (Getty Images)

La finale peggiore

In un Mondiale giocato quasi completamente senza Franco Baresi, infortunato al ginocchio alla prima gara, rientrerà a tempo di record dopo essere stato operato al menisco soltanto in finale, l’Italia sul più bello deve rinunciare anche a Costacurta, diffidato e ammonito proprio contro la Bulgaria. Baggio dopo la sua partita capolavoro esce dal campo in lacrime sapendo che quel malanno muscolare è uno stiramento che gli potrebbe costare la partita decisiva.

La finale sarà un calice amarissimo: Roberto Baggio gioca dall’inizio, non benissimo e in condizioni difficili trascinandosi fino al 120’ e ai calci di rigore. Ma sbagliando proprio il più importante della sua vita: quello nello spareggio vinto dal Brasile.

La fantastica telecronaca di Bruno Pizzul… “Roberto!”

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