Italia calcio ecco Toloi. Dagli Anni ’20 a oggi una storia di azzurri nati all’estero e tornati nel nostro paese solo per vestire la maglia della Nazionale. Sono gli oriundi: l’ultimo dei quali è l’ex brasiliano Rafael.
Un caso nazionale
Quando i primi oriundi vennero chiamati in nazionale, la cosa finì per creare disagio e polemica. Ci fu una vera e propria campagna che arrivò quasi alla discriminazione: tanto che si parò di italiani di Serie B e che della cosa si occupò anche il Parlamento con una interrogazione alla Corte Costituzionale. Negli ultimi anni la cosa è stata acquisita e chiusa.
Se gli italiani all’estero hanno diritto di voto, hanno anche diritto di essere convocarti nelle nostre nazionali. Cosa per altro quasi obbligata per diverse discipline: non solo rugby, con samoani, australiani e neozelandesi che si sono sposati qui e hanno giocato in azzurro. Ma anche nel volley e soprattutto nell’hockey su ghiaccio. Una prassi per altro consolidata anche in molte altre nazionali di qualsiasi sport.
LEGGI ANCHE > Mancini e Vialli: ma che ne sanno i 2000 dei ‘gemelli del gol’
Gli oriundi nel calcio
I nomi sono davvero eccellenti: da Angelillo, argentino di origine italiana che per anni fu il top scorer per eccellenza dell’Inter; a Renato Cesarini (quello della ‘zona cesarini’) specializzato in prodezze in extremis, al grande Atilio Demaria. Ma anche Pesaola e Puricelli, prima giocatori e poi allenatori, i leggendari Ghiggia e Schiaffino, che si dicevano più italiani che uruguaiani. Anche Platini aveva sangue italiano nelle vene, come Maradona del resto.
In Nazionale oggi – oltre a Toloi – ci sono Emerson Palmieri, brasiliano di Santos i cui genitori sono originari di Corigliano Calabrio e Jorginho anche lui brasiliano di Imbituba. Ma anche ‘oriundi al contrario’: e dunque giocatori di origine straniera che hanno scelto l’Italia. Come Moises Kean, genitori della Costa d’Avorio che vivono in provincia di Vercelli e Stepehan El Shaarawy (il papà è un pizzaiolo egiziano che vive in provincia di Savona).
LEGGI ANCHE > Gianluca Vialli, il calciatore che ha sempre studiato da manager
Italia calcio Toloi: la Top 10 degli Oriundi
Difficile dire quali siano stati gli oriundi più forti che hanno giocato nella nostra nazionale: ma alcuni hanno fatto più notizia di altri.
1 – Omar Sivori, uno dei più forti attaccanti di tutti i tempi, bomber assoluto della Juventus
2 – José Altafini, attaccante raffinatissimo, nato da genitori italiani in Brasile. Simbolo della Juventus anni ’70 ma anche del commento ‘bailado’ in TV
3 – Mauro German Camoranesi, vince tanto con la Juventus e un Mondiale in Germania nel 2006, tre soli anni dopo avere ottenuto il passaporto.
4 – Amauri, una storia che sembra un romanzo. Lavora come muratore, operaio e facchino prima di vestire le maglie di Napoli, Juve e Nazionale.
5 – Thiago Motta, vive una seconda giovinezza dopo alcuni drammatici incidenti vestendo trenta volte la maglia della nazionale.
6 – Pablo Osvaldo, argentino di Lanus, vanta presenze con giovanili, olimpica e nazionale maggiore
7 – Raimundo Orsi, 35 presenze, più di chiunque altro, nell’azzurro nel ventennio… quando l’Italia professava l’Autarchia
8 – Eder, il nonno che di cognome faceva Righetto, era emigrato da Vicenza in Brasile a fine ‘800. Si chiama Eder in omaggio al grande esterno della nazionale verdeoro battuta dall’Italia al Mondiale 1982
9 – Ermanno Aebi, fu il primo oriundo in assoluto. Arrivava dalla vicina Svizzera, una volta arrivato qui non se ne andò mai più.
10 – Alcides Ghiggia, segnò al Brasile nel leggendario Maracanazo del 1950. Cinque sole presenze in azzurro. Alla politica italiana non piaceva, diceva di essere stato chiamato in Azzurro perché l’Italia “aveva bisogno di lui”. Il Caso Oriundi nacque proprio da lui.