Allegri a Sky: “Ho detto un grande no. A giugno rientro”

Massimiliano Allegri, ancora senza panchina, è tornato a parlare pubblicamente a Sky Calcio Club: le parole dell’ex tecnico della Juventus.

Allegri Sky
Massimiliano Allegri

Al termine della 28.a giornata di Serie A è tornato a parlare Massimiliano Allegri, ospite d’eccezione a Sky Calcio Club. L’ex tecnico della Juventus, senza squadra da ormai due stagioni, ha subito affrontato il grande mistero del suo futuro: “Non so ancora niente. Vorrei tornare ad allenare a giugno, ho rifiutato soltanto il Real Madrid quando tre anni fa ho deciso di restare alla Juve”.

L’intervista inizia da un curioso aneddoto di questi ultimi anni: “Quando alleno vedo poche partite, ho passato un annetto senza guardarle, recentemente invece sono tornate a guardarle. L’anno scorso ho visto Tottenham-Bayern Monaco 1-6 e il Bayern mi fece una buona impressione (ride)”.

Poi si passa a parlare dalla situazione del calcio italiano: “In Italia bisogna rimboccarsi le maniche, dobbiamo riflettere. Io sono sempre stato visto l’oppositore dei “giochisti”, ci vuole un equilibrio. Va bene giocare da dietro, ma servono giocatori che si passano bene la palla. Il calcio è una roba seria, bisogna mettere al centro i giocatori. La tattica serve, ma poi ci lamentiamo quando andiamo in Europa e giocano al doppio della nostra velocità. Dobbiamo tornare a lavorare sui settori giovanili e la tecnica individuale. I giocatori sono diventati uno strumento per dimostrare quanto gli allenatori sono bravi. Per me invece un allenatore è bravo quando vince e crea valore. Io mi emoziono quando vedo per esempio Pepe giocare una partita straordinaria in Champions o anche Chiellini contro il Cagliari”.

C’è anche spazio per svelare i retroscena del suo divorzio con la Juventus: “Dopo cinque anni è stata una divisione naturale, una diversità di vedute. Mi dispiace che oggi abbia perso, ma dobbiamo dare meriti anche al Benevento. La scelta è stata del presidente, sono rimasti in ottimi rapporti con Agnelli. Non sapevo di Sarri, è impossibile dire che ci tornerò, ma sicuramente sono stati cinque anni fantastici e irripetibili”.

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Allegri a Sky: “Non sapevo di Sarri, divisione naturale con la Juventus”

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Poi Allegri manda anche un consiglio ad Andrea Pirlo: “Non si può spiegare il lavoro dell’allenatore. Dal lunedì al sabato è un mestiere, la domenica è un’altra cosa. Ci sono troppe situazioni e variabili in una stagione. Non ci sono regole generali scritte sui libri. E’ fondamentale la gestione delle risorse umane dentro e fuori dal campo. L’allenatore vive di sensazioni e adattamento ai cambiamenti in una partita”.

Nella discussione interviene anche Fabio Capello che lo stuzzica dicendo che ormai tutte le squadre marcano a zona: “Non c’è una regola fissa. Le partite sono tutte diverse tra loro. Di solito le grandi sfide si vincono grazie alle grandi difese. Noi abbiamo perso la finale di Champions col Real Madrid perché abbiamo difeso peggio”.

L’allenatore livornese ha analizzato la stagione dei bianconeri: “La rosa ha grande qualità, ma manca l’anima della squadra. Non ci sono più giocatori come Barzagli, Chiellini gioca sempre meno e il centrocampo è stato rivoluzionato. Ci possono essere anni di transizione: penso che se vinca la Coppa Italia e si qualifichi in Champions League sia un’annata positiva”.

Durante l’intervista ritorna il tema sui problemi del calcio italiano: “E’ indietro rispetto agli altri campionati per fattori tecnici. Tutti si aspettano che Mancini vinca l’Europeo, nonostante le italiane siano uscite dalle coppe. Non sarà facile, facciamoci delle domande se i migliori sono ancora giocatori esperti come Ronaldo, Ibrahimovic e Chiellini. I giovani rischiano di bruciarsi se dopo due partite le loro valutazioni schizzano. Una soluzione possono essere le squadre B, ma soltanto la Juventus l’ha fatto”.

C’è anche un giudizio sull’Inter: “Dall’esterno è una squadra che può giocarsi un quarto di finale o una semifinale di Champions League. Antonio Conte sta facendo un grande lavoro anche su Eriksen”.

Infine Allegri ha risposta a una serie di domande secche: Ronaldo o Messi? Uno è più grande, l’altro il più forte. Difesa a tre o quattro? Alla Juve mai giocato a tre, Galliani diceva sempre che nessuna squadra ha mai vinto la Champions giocando a tre. Iniesta o Pirlo? Hanno due ruoli diversi, scelgo Pirlo perché l’ho allenato. Suarez o Morata? Per la carriera dico Suarez, ma Morata è una giocatore da partita secca”.

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