L’ex pallone d’oro sarebbe al centro di un pietoso caso umano dopo la morte di sua madre, Ronaldinho non esce più di casa e beve ogni notte fino a perdere conoscenza
Il 2020 è stato un anno terribile per Ronaldinho. Problemi economici e finanziari, un arresto in Paraguay per una brutta vicenda di passaporti falsificati e visti truccati, quasi sei mesi di carcere, alcuni dei quali trascorsi senza potere uscire dal suo albergo, il Covid. Poi, finalmente il ritorno in Brasile, a casa sua, ma i problemi non sono finiti.
Ronaldinho, dramma personale
In particolare, secondo quanto denunciato un suo caro amico che ha voluto restare anonimo al magazine online brasiliano Lance, Ronaldinho sarebbe vittima di un autentico processo di autodistruzione. Tutto sarebbe nato dopo la morte di sua madre, Dona Miguelina, scomparsa il 20 febbraio scorso a causa delle complicazioni dal Covid.
Dal giorno della scomparsa di sua madre Ronaldinho non esce più di casa e ogni sera ci stordisce di alcol fino a svenire. Lo racconta un suo amico anonimamente: “Inizia bere la sera tardi, whisky, gin, tequila, superalcolici senza alcuna logica e prosegue fino a quando non perde conoscenza e lo riaccompagnano in camera semisvenuto. Il giorno dopo ricomincia da capo”.
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L’autostruzione del campione
Ronaldinho sarebbe circondato da persone che lo stanno sfruttando in tutte le maniere per la sua fama ma anche per la sua disponibilità economica. Anche se nel corso degli ultimi tempi i suoi investimenti non sono andati nel modo migliore e alcuni sponsor si sono allontanati…
Lo storico numero 10 di Milan, Barcellona, Flamengo, Atletico Mineiro e della Seleçao brasiliana sta attraversando uno dei momenti più cupi della sua vita, un lento processo di depressione che lo sta accompagnando verso l’autodistruzione, a colpi di Shot.
Il calciatore rifiuta qualsiasi aiuto. Il suo anonimo amico chiede aiuto: “Si circonda solo di persone accondiscendenti che vivono dei suoi soldi nella sua splendida tenuta. Allontana tutti quelli che gli dicono che ha bisogno di aiuto. Spero che qualcuno, anche da autorità, possa fare qualcosa perché se continua così rischia di uccidersi”.