Giovanni Trapattoni compie 82 anni. Il Maestro degli allenatori italiani, tra i più vincenti di sempre, condivide un primato con Mourinho e Ancelotti. Mito e icona di Juve, Inter, la Nazionale, il Bayern Monaco, dentro e fuori dal campo.
“Strunz… “ Quel tedesco masticato alla sua maniera, una epica sfuriata in conferenza stampa a marzo 1998 che fece il giro del mondo entrò di diritto nella storia del Bayern Monaco. Trapattoni se la prese pubblicamente con Strunz uno dei suoi giocatori alle prese con infortuni ma sopratutto perché a suo dire non si allenava come avrebbe dovuto. E’ uno dei lasciti di Giovanni Trapattoni che oggi compie 82 anni. Nato a Cusano Milanino, diventata famosa nel mondo grazie a lui. Da giocatore il Milan, Varese e un pò di Nazionale Italiana, appena 17 apparizioni, su tutte la sfida con Pelé nel 1963 a Milano e vinta dagli Azzurri. Poi l’allenatore e li ci si inchina alla leggenda.
Una storia fatta di umiltà, carisma, amore smisurato per il calcio, un uomo casa e famiglia che è diventato personaggio e icona mondiale con i suoi modi di fare semplici ma efficaci. La conferenza show al Bayern i detti e frasi celebri tipo: “Mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, la più famosa, oppure il modo di fischiare dalla panchina che ha inventato lui per richiamare i suoi giocatori in campo, infine la boccetta con l’acqua santa quando era ct Azzurro ai Mondiali 2002 in Corea e Giappone.
Trap è stato tutto questo e molto altro per l’Italia e il calcio mondiale. Nel 2007 i britannici del Times lo hanno inserito nella classifica dei 50 allenatori più importanti nella storia del calcio. Sette Scudetti con Juventus e Inter, cinque in bianconero, due in nerazzurro. E ancora I titoli nazionali con il Bayern Monaco, Benfica e Salisburgo in Austria. In tutto ha vinto dieci Scudetti tra Italia e Europa, un primato unico in Italia, nel mondo condiviso solo con il portoghese Mourinho, il suo amico Ancelotti, il belga Gerets e l’austriaco Happel.
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In questo post sui suoi canali social Trapattoni ricordava a metà maggio del 2019 ricordava proprio la sfida con Pelè. Poi un post di quando è diventato bisnonno, e ancora ha onorato la memoria di alcune persone che hanno perso la vita durante la prima ondata del Covid.
Un messaggio molto toccante, lo sarà ancora di più quello del 17 marzo 2020, esattamente un anno fa, i suoi 81 anni, in pieno lockdown con la paura fortissima del virus che circolava maledettamente in Italia e stava devastando la Lombardia. Trap scrisse: “Ringrazio tutti di cuore per gli auguri! Vivere in isolamento non è facile, ma abbiamo il dovere di aiutare coloro che stanno lavorando duramente per contenere l’emergenza, limitando quei comportamenti che potrebbero peggiorare la situazione”. In queste parole la grandezza, lo spessore umano di un uomo meraviglioso che manca moltissimo al calcio.
Un ultimo cenno della sua grandezza quando è scomparso Paolo Rossi, una morte che ha toccato da vicino uno dei suoi pupilli, tra i tanti allenati. Platini, Matthaus la lista è lunghissima. Trapattoni scrisse una frase che solitamente dicono i genitori ai figli: “Ciao Paolo… I giocatori non dovrebbero andarsene prima degli allenatori”. Non serve aggiungere altro. Mister nel nostro piccolo ci sentiamo di dirle: “Grazie di esistere!”
Il suo modo di essere personaggio senza volerlo, quelle uscite tra il serio e l’ironico, a volte si capiva solo lui cosa volesse dire realmente. Proprio le frasi celebri di Trapattoni sono diventante un mito di pari passo con la sua personalità. Eccone alcune:
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