Lazio, Lotito-Di Canio: la sentenza del giudice per la lite in tv

Il presidente della Lazio Claudio Lotito deve risarcire l’ex capitano Paolo Di Canio per le ingiurie in una lite in tv del 2011

Lazio, Lotito-Di Canio: la sentenza del giudice per la lite in tv
Lazio, Lotito-Di Canio: la sentenza del giudice per la lite in tv

Dieci anni dopo, i giudici della sezione civile del Tribunale ordinario di Terni hanno condannato Claudio Lotito, presidente della Lazio, a risarcire Paolo Di Canio. L’ex capitano biancoceleste aveva accusato Lotito di avergli rivolto frasi ingiuriose durante un programma televisivo del 13 marzo 2011.

Al centro della discussione c’era l’attaccante argentino Mauro Zarate. Secondo Di Canio, i 37 milioni di euro versati dalla società per acquistarlo erano esagerati. In quell’occasione, Lotito lo aveva zittito accusandolo di dire falsità. “Pensi a fare il giocatore e a non parlare di analisi economiche, visto che non è informato e non sa quello che dice” gli aveva chiesto Lotito.

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Lotito-Di Canio, 30 mila euro per le offese in tv

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Di Canio, noto opinionista Sky su Serie A e Premier League, si era sentito diffamato da quelle frasi. In primo grado, il tribunale penale di Terni aveva assolto Lotito. Di Canio e la Procura generale hanno impugnato la sentenza.

Il procedimento ha coinvolto anche Corte di Appello di Perugia che ha derubricato il capo d’accusa a ingiuria e assolto Lotito perché il fatto non era più previsto dalla legge come reato. In quell’occasione l’avvocato di parte civile, Gabriele Bordoni, aveva definito giusta ed equilibrata la protesta di Di Canio. Aveva invece ritenuto offensiva, e al di là dei limiti di continenza, la risposta di Lotito.

A quel punto Di Canio ha avviato un procedimento civile per ottenere il risarcimento dei danni. Oggi la vicenda si è chiusa. Per i giudici, Lotito deve pagare 30 mila euro.

Già a Perugia, ha detto l’avvocato Bordoni, “era emersa la realtà dei fatti. La sentenza di oggi del Tribunale civile di Terni ha ricostruito nei minimi dettagli l’accaduto, comprendendone la gravità di conseguenze”.

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