La storia di Donato Grande ha consentito anche a Sanremo a di parlare di sport, in particolare di quelli che vengono dimenticati
In un Festival di Sanremo che non passerà alla storia per la qualità delle sue canzoni, ma più probabilmente per il teatro vuoto e per la presenza di Zlatan Ibrahimovic, se non altro c’è modo di parlare anche di un calcio diverso. E a creare quest’opportunità è stato proprio il fuoriclasse rossonero.
Donato Grande, come Ibra
Nell’angolo social, fortemente voluto da Amadeus nel corso di una lunga contrattazione con la Rai, la terza giornata offre la figura di Donato Grande, attaccante e capocannoniere della Nazionale Italiana Powerchair. Se non la conoscete, non fatevi grandi problemi: nessuno la conosce.
Donato è di Trani ed è un grande appassionato di calcio. La sua malattia, la SMA, l’atrofia spinale muscolare prossimale gli impedisce qualsiasi movimento autonomo. Una malattia che lo affligge fin da quando era appena nato. Da sempre Donato si muove su una carrozzina. Ma questo non è importante.
La cosa più significativa è che nonostante la malattia, Donato ha capito che da grande, anche su una carrozzina, avrebbe voluto fare il calciatore. Navigando sul web anni fa Donato nota su You Tube una partita giocare tra due rappresentative nazionali asiatiche su sedie a rotelle mosse elettricamente. E decide di scendere in campo. Contemporaneamente si laurea in economia con un master e una specializzazione in organizzazione aziendale.
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A Sanremo
Appena può si allena in un paese dove lo sport per i disabili, soprattutto quello destinato alle disabilità psichici o gravemente invalidanti, garantisce ancora pochissimo. Poco spazio, pochissimi soldi, quasi nessuna visibilità. Ha fatto più Donato Grande con la sua presenza a Sanremo al fianco di Ibrahimovic che dozzine di spot pubblicitari con cui le istituzioni si dicono impegnate… Quando nei nostri parchi ci sono le aree cani ma non quelle destinate ai disabili che vogliono fare sport in sicurezza.
Anni fa si era parlato di una legge speciale che obbligasse tutte le società sportive ad avere una sezione destinata ai disabili. Un po’ come la Lega Calcio ha fatto per il calcio femminile tra le società professionistiche. Ma anche questa è rimasta lettera morta-
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Il powerchair football
Ieri Donato è salito sul palco dell’Ariston, ha palleggiato con Ibrahimovic con la sua powerchair. Uno sport vero e non facile. Ma non per la disabilità. Si gioca quattro contro quattro: ogni mezzo è elettrico, estremamente potente e veloce sia nelle rotazione che nello spunto in velocità. Controllarle non è uno scherzo: con le sponde bisogna impattare un pallone di dimensioni considerevoli che, in un campo con le sponde e con due grandi porte. Si gioca indoor, o anche all’aperto: basta che la superficie sia liscia.
Fondando la sua squadra in Puglia, Donato ha dato vita a un piccolo movimento che in Italia è nato solo nel 2017, grazie alla sua iniziativa: quando la federazione internazionale era già stata creata fin dal 2006.
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Il calcio di cui non si parla
In un gesto fortemente simbolico Ibra gli ha regalato la maglia del Milan, squadra per la quale Donato Grande fa il tifo da sempre, offrendogli la maglia #11 della nazionale powerchair.
In tutto questo l’Italia può garantire solo tornei amichevoli e sfide esibizione. Perché non esiste un campionato, non ci sono strutture e nemmeno soldi. Speriamo che almeno in questo seguire Sanremo… sia servito a qualcosa.