Il Milan lascia fuori Romagnoli. Contro la Roma c’è Tomori. Scelta precisa quella del tecnico rossonero che vuole dare una chance all’ex Chelsea, soprattutto dopo le recenti prestazioni del difensore ex Roma, nonché capitano dei rossoneri.
Roma-Milan è anche gara fra ex, destino toccato – fra gli altri – ad Alessio Romagnoli, difensore rossonero cresciuto a Trigoria. Il 26enne ha militato nelle giovanili giallorosse per poi essere in rosa tra i “big” dal 2012 al 2014: 13 presenze e 1 gol con la Roma per poi approdare nel 2015 a Milanello dopo la parentesi di una stagione alla Sampdoria. Romagnoli è arrivato, negli anni, a conquistarsi fiducia e affetto dall’ambiente: qualità che gli sono valse la fascia di capitano sul braccio.
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Guidare i rossoneri non è sempre facile, anzi ci sono stagioni in cui non lo è affatto. Il Milan, quest’anno, va bene. La squadra di Pioli sembra avere un’altra marcia rispetto a un passato non molto lontano, ma i rossoneri non stanno passando settimane rassicuranti. Débâcle capitano a tutti, le recenti prestazioni della squadra sottolineano una piccola crisi di risultati: fra le principali cause di questa flessione ci sarebbe proprio Alessio Romagnoli. Le prestazioni non sono quelle a cui il 26enne ha abituato pubblico e allenatore, che – contro la sua ex squadra – gli preferisce Tomori anche dopo qualche critica di troppo dai tifosi.
Il collega del Chelsea, arrivato in prestito a Milanello da poco tempo, si è conquistato subito il favore di Pioli e della piazza a suon di prestazioni incoraggianti. Motivo per cui il Milan già pensa al riscatto: Romagnoli sembrerebbe essere stimolato dalla concorrenza, ma nei fatti il 24enne canadese gli ha soffiato il posto. L’ex giallorosso, sliding doors a parte, dovrà essere bravo a far ricredere Pioli nelle proprie scelte. Un capitano non può essere spodestato – non solo dal campo – con troppa facilità. Anche se non è l’unico ad essere stato momentaneamente “parcheggiato” in panchina. Altri suoi colleghi – capitani e campioni – hanno attraversato momenti d’incertezza spazzati via da partite convincenti: un leader sa tramutare il dissenso in applausi. È chiamato a provarci anche Romagnoli, visto che il Milan un sostituto lo avrebbe già in casa.
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