Ibrahimovic Sanremo un binomio che rischia di far parlare di sé per molto tempo ancora, anche dopo la kermesse. La presenza dello svedese sta creando un’attesa che ricorda quella di Springsteen nel 1996.
Ibrahimovic a Sanremo un connubio perfetto per un festival alquanto particolare a causa del Covid. Solo lo svedese può riportare l’attenzione su un evento celebrativo della musica italiana. Infatti, è proprio la sua presenza ad elettrizzare la 71esima edizione. Zero fan, zero appassionati ed un quasi lockdown che mettono solo ansia e delusione ad un Festival di Sanremo mai così atteso.
Poi c’è Ibrahimovic, l’uomo dei miracoli e che attira su di sé gioie, critiche e invidia come sostiene lui. Sarà l’attaccante, con la sua presenza, il suo carisma e le sue battute a dare linfa vitale al Festival così importante ma triste per i blocchi dovuti al rispetto dei protocolli di sicurezza sanitari.
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Ibrahimovic Sanremo: un duo vincente
Le restrizioni causa pandemia hanno gettato un velo di sconforto sul Festival di Sanremo. Proprio per questo, ci si aspetta che Ibrahimovic riesca a trasformare la 71esima edizione in successo. Un’attesa simile la si visse nel 1996, quando sul palco salì Bruce Springsteen. Leader e campioni differenti ma forse gli unici due a dare linfa vitale alla kermesse della musica italiana.
Dal canto suo Zlatan continua a mostrarsi fiducioso e sereno. Pronto sempre a dimostrare, in campo e fuori, la sua grandezza come calciatore e come uomo. Ai microfoni della UEFA, Ibrahimovic ha raccontato di come abbia “zlatanizzato Pioli“, della sua adorazione per “quel Ronaldo, che è il calcio” oppure, “io gioco a calcio perché sono il migliore a giocare a calcio”.
Insomma, un concentrato di autostima e fierezza tipico di Ibrahimovic che fa ben sperare Amadeus per gli ascolti, i cantanti e altre star no perchè tutte le attenzioni sono per lo svedese. D’altronde per una città che ha sempre vissuto in attesa e per il Festival di Sanremo, solo Ibra può ridargli la luce che si merita.