Il pesante debito del Barcellona, e il modo in cui è strutturato, rendono l’ingaggio di Messi un potenziale problema per i conti
Rudi Garcia ha riacceso la polemica sull’addio possibile di Messi al Barcellona. Il PSG e il Manchester City di Guardiola lo aspettano. Anche se il Football Observatory del CIES ha calcolato che nelle ultime dieci sessioni di mercato nessuna squadra ha speso di più dei Citizens, €631 milioni). All’estremo opposto, il CIES certifica come l’Atalanta sia la squadra più “virtuosa”, capace di generare 133 milioni di euro di ricavi tra acquisti e cessioni.
Il Barcellona è il terzo club più spendaccione in questa classifica, avendo investito 471 milioni nello stesso periodo, ovvero dall’estate del 2015. E questo contribuisce ad aumentare le preoccupazioni per i conti dei blaugrana, anche al di là del faraonico ingaggio della Pulga.
Nonostante ricavi elevati, i blaugrana hanno chiuso l’ultimo bilancio con un debito lordo da 1.173 miliardi di euro. Secondo The Swiss Ramble, blog e profilo Twitter molto informato sulle questioni economiche del calcio, il Barcellona deve anche ricevere 161 milioni in termini di cessioni sul calciomercato.
Nemmeno il debito finanziario, per quanto elevato (317 milioni) può bastare a spiegare perché anche economicamente la cessione di Messi oggi sia un tema sul tavolo. Da quest’ultimo punto di vista, infatti, il Barcellona non è tra le peggiori cinque d’Europa.
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La vera questione sta nella tipologia del debito del Barcellona. Perché più della metà del rosso complessivo, ovvero 730 milioni di euro, è rappresentata da debiti a breve scadenza.
In questa fascia rientra l’esposizione, per oltre 265 milioni, verso le banche. Un debito da colmare entro questa primavera. In uno scenario di contrazione dei ricavi per effetto della pandemia, che ha ridotto le entrate annuali del 18% rispetto alle previsioni.
Ovvero, rispetto alle stime il Barcellona ha guadagnato 200 milioni in meno di quanto previsto prima del Covid-19. In questo scenario, il Barcellona si ritrova sulle spalle i più alti costi per lo staff dei cinque grandi campionati e i più elevati pagamenti sugli interessi del debito.
Per questi motivi, anche se Messi si stima sia responsabile almeno per metà dei ricavi del club, la sua presenza oggi è in discussione. La sua sostenibilità non dipende da fattori tecnici, almeno nel breve periodo. E la decisione del club può non essere così scontata.
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