Napoli e l’ennesima annata particolare. Contro il Genoa, i partenopei conquistano la settima sconfitta in venti gare di campionato. Il possesso palla e i tanti tiri non le consentono di vincere a ‘Marassi’.
Quinto posto momentaneo in classifica, 37 punti derivanti da 12 vittorie, 1 pareggio e 7 sconfitte. Meno dieci dalla capolista e meno tre dalla quarta in classifica. Se si soffermasse a leggere solo tali dati, si penserebbe che nulla è ancora compromesso. A pesare sulla testa di Gattuso è però il numero elevato di partite perse. Un dato divenuto rilevante per due motivi: in primo luogo, perché per valore di mercato i partenopei sono dietro solo a Juventus e Inter; in secondo luogo, perché non ci sta perdere contro Sassuolo, Spezia, Verona e Genoa. Punti persi contro le piccole che fanno emergere dei dubbi sulla statura mentale di questa squadra.
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Non si offenda Gattuso ma ciò a cui si sta assistendo, è una vera e propria débâcle. Certo, non tutte le colpe sono sue soprattutto quando devi disporre in campo giocatori come Hysaj e Maksimovic che sono in scadenza di contratto. Sicuramente, non è colpa dell’ex Milan se non ha potuto disporre di Mertens e di Osihmen per molti mesi. Ma quando perdi in maniera indecorosa in casa della Lazio e a stento riesci ad agguantare un pareggio interno contro il Torino di Giampaolo, vuol dire che qualcosa non va. Il possesso palla prolungato, così come i tanti tiri in porta devo essere fini a sé stesso. Un allenatore, almeno così insegnano a Coverciano, deve far in modo che il volume di gioco sia pari se non leggermente superiore al numero di occasioni reali avute. Il fraseggio lento ed orizzontale, così come i tiri da 20 metri, non permettono di parlare di un Napoli realmente pericoloso. Ciò è accaduto in troppe occasioni e ieri, contro un Genoa cinico e spietato, lo si è rivisto. A prescindere dal sistema di gioco e dagli uomini che vanno in campo, serve testa ma soprattutto un Napoli pragmatico perché nulla è tutto perso ma, al momento, Lazio, Roma e Atalanta hanno dimostrato di avere un qualcosa in più.
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