BC Partners si sfila dalla trattativa per acquistare l’Inter, non ci sono le condizioni per trattare alle richieste di Suning. Il futuro dei nerazzurri resta sospeso in attesa di nuove prospettive.
BC Partners, il fondo con sede a Londra, tra i più interessati all’acquisto dell’Inter ha chiuso i rapporti con Suning. E’ saltato il possibile appoggio economico finanziario di altri investitori per una operazione finanziaria da oltre un miliardo di euro. Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 Ore ed esperto di economia e sport, ha spiegato in ESCLUSIVA ai microfoni di Calciotoday.it , i dettagli e le prospettive sul futuro dei nerazzurri.
Tutto finito con BC Partners?
“Con BC Partners si. Di fatto era ipotizzabile una mossa simile in questo tipo di situazioni e trattative, ci può stare. Non è un’azione del tutto inattesa. BC cercava altri fondi per fare una operazione da 450 milioni di euro iniziali come chiesto da Suning. Si puntava a costruire un consorzio per imbastire poi un’operazione più grande, non era impossibile ma molto difficile a questi livelli”.
Di che tipo di complessità parliamo?
“Sostanzialmente Bc si sfila dalla corsa all’Inter perché oltre alla portata economica elevatissima restava da capire come questi fondi sarebbero stati investiti e con che tipi di governance. Le variabili sono tante e non è chiaro neanche se Suning voleva uscire del tutto. Davanti ad uno scenario così astratto è normale che BC Partners faccia marcia indietro”.
LEGGI ANCHE >> BC Partners-Inter salta tutto. Suning ha interrotto il dialogo da 10 giorni
ESCLUSIVO Bellinazzo: “Operazione da un miliardo. Il fondo EQT vuole l’Inter”
Quanto costa l’Inter oggi, di che valore parliamo?
“La partita è totalmente aperta. Si parte di una prima valutazione di 450 milioni di euro, poi servono altri 350 milioni per le obbligazioni, 150 milioni per i debiti, più tutte le spese. Parliamo concretamente di un investimento da un miliardo di euro”.
BC Partners non era in grado di investire con cifre simili?
“Assolutamente si. E’ un impegno che BC poteva mettere ma non si vuole prendere il rischio sopratutto in un momento così delicato con gli effetti della Pandemia e per giunta da solo. Cercava soci per questo motivo, non li ha trovati e chiude la questione”.
E ora che succede: ci sono altri possibili acquirenti?
“Certo. C’è il fondo svedese EQT. Parliamo di investitori di grandissima solidità, dietro c’è la famiglia Wallenberg, tra le più potenti al mondo, hanno interessi nel campo della farmaceutica, elettrodomestici automobilistico. Più defilati ci sono anche fondi americani, ma gli svedesi sono molto avanti”.
Il futuro dell’Inter deve preoccupare? C’è anche il caso stipendi?
“Sono due questioni separate: l’Inter è una società che come le altre è stata colpita dalla pandemia in un momento dove manca liquidità, con l’aggravante del fatto che i costi crescono più velocemente dei ricavi.
E’ difficile trovare equilibrio, motivo per il quale non si è potuto fare mercato in gennaio. Quanto agli stipendi Ottobre è stato pagato, per novembre e dicembre si troveranno accordi singoli con ogni giocatore per poi essere pagati a maggio”.