La squadra francese dei Girondins de Bordeaux comincia a farsi ambiziosa in un campionato di Ligue 1 che vede i girondini arrampicarsi a ridosso dei primi posti
La Ligue 1 non è solo il Paris Saint Germain o il Lille, l’unica squadra che per il momento sta reggendo il confronto con la corazzata. E nemmeno il Lione che tra alti e bassi resta a due passi dal comando della classifica.
A ridosso delle prime c’è anche il Girondins Boudeaux che sta chiudendo un mese di gennaio trionfale caratterizzato da tre vittorie consecutive. Ma quello che i numeri non dicono è che la squadra gioca decisamente bene. Jean Louis Gasset in Francia è definito l’uomo per tutte le stagioni. Perché non costa molto, fa giocare le sue squadre discretamente bene, valorizza i giovani e soprattutto crea ‘progetti sostenibili’. Quello che ha fatto con il Saint Etienne portandolo fino al quarto posto in classifica la scorsa stagione, è stata la sua consacrazione.
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A Gasset è stata messa in mano una squadra ‘normale’. Un budget limitato, giocatori adatti a un campionato d’evidenza ma certo non da protagonisti assoluti. Due soli giocatori si distinguevano per la loro atipicità. Il sudcoreano Hwang Ui-Jo e Otavio Henriques.
Come spesso accade due elementi chimici apparentemente discordanti si sono consolidati. E hanno fatto la differenza.
Otavio e Hwang si vogliono molto bene. Il sudcoreano ha immediatamente fatto capire che lui e il brasiliano faranno fatica a capirsi a parole: ma in campo si intendono meravigliosamente e nelle ultime settimane hanno svoltato. Vittoria 2-1 sul Lorient, poi un secco 3-0 a Nizza e un bel 2-1 sull’Angers con il Bordeaux che ha sbagliato solo a non chiudere prima una partita dominata.
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Otavio detta i tempi e Hwang provvede a segnare: tre gol nelle ultime tre partite. La sua prima doppietta in Francia con l’Angers. E più Gasset mette il coreano al centro dell’attenzione, più Hwang sembra trovarsi a suo agio. Hwang è elegante, decisamente un bel giocatore da vedere. Ha una splendida corsa e un controllo di palla raffinato. Un ragazzo di grande intelligenza. Sarebbe diventato un ingegnere se il calcio non l’avesse portato in Giappone, al Gamba Osaka. Dove è stato decisivo per garantire la salvezza alla formazione nero-blu. E a Bordeaux Hwang ha trovato casa, e un amico imprevisto… Otavio. Il brasiliano mercoledì, in allenamento ha subito un infortunio orrendo: rottura del tendine d’Achille. Stagione finita.
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Ad accompagnarlo in ospedale l’amico Hwang. Il primo che ha voluto assisterlo, il compagno che ha avuto l’idea di indossare una maglia per incoraggiarlo con la scritta “Courage Paï”, il suo soprannome. A fine partita, dopo la vittoria, le parole di Hwang dicono molto: “Oggi in campo mancava un fratello, un membro della nostra famiglia. E non sarà la stessa cosa senza di lui”.
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