I fratelli Franco e Beppe Baresi hanno ricordato le loro carriere in un’intervista a Che tempo che fa. “Mai stati in competizione” hanno detto
Hanno rappresentato un’epoca, i fratelli Baresi. Franco ha giocato vent’anni con il Milan, Beppe quindici con l’Inter. Franco ha vinto tutto, Beppe però ha vinto più derby negli scontri diretti: 8 a 7 il bilancio, sei i pareggi.
Due bandiere, due simboli di un calcio apparso un piccolo mondo antico nell’intervista che hanno concesso a Fabio Fazio negli studi di “Che tempo che fa”. Sono stati avversari, rivali fieri in campo. Ma mai in competizione, hanno detto. Il calcio, quando hanno cominciato, era uno sfogo, un’occasione per inseguire la felicità.
Il capitano del Milan ha contribuito a modernizzare l’immagine del libero, insieme a Gaetano Scirea. Ha reso contemporaneo un ruolo talmente identificato con il calcio all’italiana da essere spesso utilizzato in italiano anche dagli inglesi. Baresi ha ricordato un tempo lontano, le stagioni di un calcio di passioni nostalgiche, e due grandi campioni recentemente scomparsi.
Ha omaggiato Paolo Rossi, che ha conosciuto al Milan e in nazionale. “Era sempre sorridente, splendido. Difficile trovare oggi ragazzi così” ha detto. Si è commosso rivedendo un filmato dell’epoca in cui Diego Maradona indossava la sua maglietta. Era la sua partita di addio al calcio. “Baresi è il massimo come difensore, mi porterò come ricordo per tutta la vita” diceva il Pibe de Oro.
“Solo Maradona poteva portarsi via la mia maglietta” ha detto Baresi nello studio di Fabio Fazio.
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Beppe Baresi, vice allenatore di Jose Mourinho all’Inter, ha ricordato la stagione del Triplete. L’ha raccontata come un’esperienza semplicemente indimenticabile. Mourinho, che gli appassionati possono scoprire anche nella serie Amazon dedicata al Tottenham, è “un allenatore fantastico, un grande comunicatore, un uomo intelligente che prende decisioni con grande velocità – ha detto Baresi -. Poi in quella squadra ho conosciuto dei campioni. Tutti, una volta in campo, erano disposti a dare il massimo. E’ stata un’esperienza bellissima”.
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