Inter-Juve, il derby d’Italia che tutti gli appassionati stanno aspettando da tempo, ritorna anche con il confronto tra il maestro e l’allievo, ponendo a confronto due filosofie di calcio differenti.
Seconda contro quarta, il miglior attacco del campionato contro la miglior difesa della Serie A, 18 contro 36 scudetti: questa è Inter-Juventus. Un concentrato di storia, emozioni, pressioni e stimoli racchiusi in novanta minuti. Tre punti in palio che potrebbero dare slancio alla stagione di entrambe. Il derby d’Italia questa volta però riserverà ai tifosi un altro confronto: Conte contro Pirlo. Il maestro contro l’allievo: uno scontro a cui nessuno avrebbe mai pensato qualche mese fa. Eppure, così sarà e sarà un confronto entusiasmante perché si andranno a confrontare due filosofie di calcio completamente differenti.
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Antonio Conte ha sempre fatto della disciplina e dell’ordine in campo il suo mantra calcistico. Sia con la Juventus che con la sua Inter, l’ex c.t. dell’Italia ha sempre cercato di imporre un determinato ordine tattico. I movimenti dei suoi calciatori, sia in fase di possesso palla che no, sono predefiniti e il tutto con due soli obiettivi: non subire gol e dominare l’avversario. Una difesa coriacea e un attacco cinico: nel mezzo un centrocampo dai polmoni d’acciaio che deve saper fare entrambe le fasi alla perfezione e secondo i dogmi calcistici del suo allenatore.
Discorso diverso per Andrea Pirlo che, alla sua prima esperienza da allenatore, ha già dimostrato di avere le idee chiare su come la sua squadra debba giocare. Rispetto all’allenatore nerazzurro, quello bianconero non ha gerarchie ben precise e la chiave di tutto, per fare bene entrambe le fasi, è il possesso palla. Rispetto all’Inter, la sua Juventus si muove in maniera fluida in quanto l’obiettivo è quello di non subire gol tenendo sempre il pallino del gioco. Le veloci verticalizzazioni e gli inserimenti dei centrocampi negli spazi creati da Morata, consentono alla sua Juventus di creare ogni volta alternative nuove e diverse per andare al gol.
Dunque, due tecnici a confronto ma soprattutto due modi differenti di vedere il calcio. Questa volta però, solo il rettangolo verde di gioco potrà dire che, almeno per una volta, avrà ragione sull’altro.
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