Inter-Juventus, i ricordi di Julio Cruz che ha segnato sette gol in carriera ai bianconeri. Ce ne sono due che restano nella memoria, dice
E’ sempre stato l’uomo in più, Julio Cruz. L’attaccante che non partiva spesso titolare ma sapeva come risolvere le partite, contro ogni tipo di avversario. Completo, efficiente senza essere appariscente, all’Inter ha realizzato 75 gol in 195 presenze tra il 2003 e il 2009. Ha vinto quattro scudetti, tre Supercoppe, due Coppe Italia.
I tifosi dell’Inter ricordano con particolare soddisfazione i suoi sette gol alla Juventus, che ha inflitto 84 sconfitte ai nerazzurri, un record in Serie A. Di quei sette gol, “El Jardinero” ha parlato in un’intervista pubblicata sul programma ufficiale del match.
Il suo rapporto speciale da avversario con la Juventus inizia con una delusione, la sconfitta del River Plate nella Coppa Intercontinentale del 1996. La Juve vinse 1-0 a Yokohama, gol vittoria di Del Piero. Per Cruz, battere i bianconeri assume un’importanza maggiore, diventa una sfida quasi personale. Alla Juve ha segnato anche una doppietta con il Feyenoord e un gol quando giocava nel Bologna.
Affrontarla da attaccante dell’Inter è un’altra storia. I sette gol lo fanno entrare nella leggenda di una partita che non è mai come le altre. I più belli, spiega, incastonano la doppietta che vale al 3-1 del 2003 al Delle Alpi, dove l’Inter non vinceva da dieci anni.
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Cruz firma la punizione del vantaggio, con un tiro all’incrocio che lascia di stucco Buffon. “La palla era vicina al limite dell’area, non avrei avuto lo spazio per farla scendere alla barriera. Così calciai sul palo del portiere” ha ricordato.
I calci di punizione sono una sua specialità. In Italia ha avuto due maestri. Al Bologna Beppe Signori, che gli ha insegnato anche i trucchi per spiazzare i portieri su rigore. All’Inter ha incontrato Alvaro Recoba.
Il secondo gol nasce dall’assist al bacio di Javier Zanetti, al termine di una cavalcata inarrestabile sulla fascia. Cruz calcia di destro, Buffon respinge, palla ancora al Jardinero. “Lì fu un capolavoro di freddezza – ricorda ancora Cruz -, controllo, tocco, e gol di sinistro“.
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