La nuova vita di Christian Eriksen, lì nel mezzo del centrocampo dell’Inter, in Coppa Italia contro la Fiorentina. Ci sono precedenti illustri,quando arretrare significa rinascere
La prima azione dopo dopo pochi minuti di gioco, al centro del gioco nerazzurro, Christian Eriksen nel vivo della manovra, giropalla veloce in fase d’attacco. A Firenze spunta il sole che sia di buon auspicio per l’ex Tottenham nella nuova veste di playmaker più basso rispetto agli ultimi 30 metri. Passaggi precisi, lanci lungi, qualche appoggio sbagliato, abile nello stretto, il tutto a innescare Lautaro Martinez e Alexis Sanchez. Il 28 enne danese è sembrato motivato, svegliatosi dal torpore degli ultimi tempi. Motivato perché al centro del gioco nerazzurro, il ruolo che Antonio Conte ha ridisegnato per il centrocampista.
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Eriksen: passaggi, dinamismo. La partita del danese in Coppa Italia
Minuto 37 del primo tempo, la Viola lascia spazio all’Inter, Eriksen avanza indisturbato botta di destro dal limite, Terracciano respinge, poi l’intervento di Sanchez che non finalizza. Nel contatto tra i portiere viola e l’attaccante cileno i nerazuzrri chiedono il rigore, concesso dall’arbitro Massa, solo dopo essere andato la VAR. Segna Vidal. Oltre al gol, di buono c’è che il penalty è propiziato da una invenzione del danese in formato regista. Meglio il primo tempo del secondo, l’Inter si abbassa troppo e anche lui ne risente. Conte lo lascia in campo dandogli fiducia, tocca diversi palloni, è nel vivo del gioco, gli manca ancora la velocità di chi deve ragionare senza pensare in quella parte di campo. Resta il dubbio se il ruolo da regista sia davvero quello adatto a Eriksen per il campionato italiano. Le qualità non gli mancano ma ci vuole tempo, e ce n’è poco.
Verratti, Pirlo storie di successo
Ci sono precedenti illustri di centrocampisti offensivi nati come trequartisti e arretrati a playmaker per e che ha cambiato la loro carriera. Riccardo Montolivo, Andrea Pirlo, Marco Verratti, vengono in mente subito i loro nomi. Storie di giocatori meravigliosi che fanno e hanno fatto grandi cose proprio da centrali qualche metro più indietro rispetto al ruolo originale. Chissà che non possa essere così anche per Eriksen. Lo dirà il tempo, quello di ambientarsi nel nuovo ruolo, quello per capire le distanze e lo spazio della mediana centrale, tutto differente rispetto agli ultimi 25 metri.