Bryan Reynolds potrebbe diventare presto il secondo calciatore USA in Serie A, il 19mo nei primi cinque campionati europei. E’ il risultato dello studio, ESCLUSIVO, fatto dall’analisi della redazione di CalcioToday.it
La Juventus è sempre più made in USA. E’ ormai fatta per l’acquisto di Bryan Reynolds, che sarà girato per sei mesi in prestito al Benevento. Terzino destro con una media di dribbling paragonabile a Cuadrado, Reynolds nasce come ala ma sta imparando a gestire la fase difensiva.
A fine stagione, se l’operazione andrà in porto, potrebbe unirsi a Weston McKennie che in quattro mesi ha conquistato tutti alla Juventus.
Ha giocato diciassette partite e segnato tre gol, compresa la rete che ha completato il 3-1 a San Siro in casa del Milan. E’ diventato uno degli elementi più importanti per Pirlo, tanto che i bianconeri starebbero meditando di far tornare Kulusevski all’Atalanta, sempre in prestito, per Muriel.
Pare invece scontata la conferma a titolo definitivo di McKennie, arrivato in prestito oneroso dallo Schalke 04 con obbligo di riscatto a 18,5 milioni. L’obbligo scatta al raggiungimento di un determinato numero di presenze e in caso di qualificazione alla Champions League. Ma lo Schalke, in crisi di risultati e liquidità, potrebbe anche spingere per un riscatto immediato in modo da alleggerire un “rosso” di 200 milioni di euro.
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Reynolds dopo McKennie, statunitensi in Serie A
McKennie potrebbe presto diventare il miglior statunitense della Serie A. E’ il settimo ad aver giocato in Serie A. Michael Bradley è il recordman di presenze, 76 in campionato con Chievo Verona e Roma dal 2011 al 2014.
Il pioniere è Armando Frigo, che ha giocato con le maglie di Vicenza, Fiorentina e Spezia dal 1939 al 1942. Il più pittoresco resta senza dubbio il difensore Alexi Lalas, capelli lunghi e barba uguale, che ha raggiunto 44 presenze con il Padova dal 1994 al 1996. La sua chioma rossa è impossibile da dimenticare.
Restano poco più che meteore, invece, Josh Perez che ha esordito per la Fiorentina il 28 novembre 2016 contro l’Inter, Oguchi Onyewu rimasto al Milan dal 2009 al 2011 ma celebre soprattutto per la rissa con Zlatan Ibrahimovic, e Gabriel Ferrari passato alla Sampdoria nel 2007-2008.
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Reynolds dopo Pulisic e Reyna: i calciatori USA in Europa
Reynolds sarà il diciannovesimo statunitense nella rosa delle squadre che militano nei cinque principali campionati europei: otto in Bundesliga, cinque in Premier League, tre nella Liga, due in Serie A, uno in Ligue 1.
In Inghilterra, nel Chelsea di Frank Lampard, gioca l’attuale stella del calcio statunitense, Christian Pulisic che, secondo Forbes, potrebbe far cambiare la percezione dei calciatori USA in Europa.
Oltre a Yedlin del Newcastle, a Ream e Robinson del Fulham, l’altro statunitense di spicco in Premier League è il portiere del Manchester City Zack Steffen. Arrivato dal Columbus Crew nel 2018, è cresciuto vedendo tanti connazionali in Premier League: Kasey Keller, Brad Friedel, Marcus Hahnemann, Brad Guzan, Tim Howard. Con l’assenza forzata di Ederson, si è conquistato un posto in squadra ed è entrato subito nel modello di gioco di Guardiola che coinvolge i portieri anche nella costruzione dal basso.
Reynolds, come Pulisic e Steffen, fa parte di un gruppo numeroso di giocatori capaci di farsi ammirare in Europa. La storia recente di McKennie dimostra che la destinazione di maggior successo tra gli statunitensi che arrivano nei grandi campionati europei sia la Bundesliga.
Adams, Reyna e gli altri: talenti USA in Bundesliga
In Germania, lo scorso weekend ha fatto a suo modo storia la tripletta di Hoppe, che ha consentito allo Schalke 04 di fermare a trenta la striscia di partite senza vittorie in campionato, una in meno del record negativo all-time della Bundesliga.
In stagione Tyler Adams è ormai un titolare fisso nel Lipsia, Giovanni Reyna continua a progredire al Borussia Dortmund, Chris Richards si sta facendo largo al Bayern Monaco. Adams copre più campo di qualunque altro giocatore di movimento nella squadra tipo di Nagelsmann, e secondo il sito della Bundesliga sono Dayot Upamecano nella rosa è più veloce di lui sullo scatto. “Tyler è giovane, ma gioca con grande maturità, guida i compagni con la forza dell’esempio” ha detto il ct della nazionale Gregg Berhalter, che è anche un grande fan di Reyna.
Come non esserlo, d’altronde. Nel Borussia Dortmund, solo Erling Haaland ha contribuito a più gol dello statunitense che gli ha servito il suo primo assist nel giorno del debutto in Bundesliga, contro il Lipsia lo scorso 20 giugno. “Lo chiamavo il Sogno Americano – ha detto il norvegese -. E’ incredibile quello che riesce a fare in campo a 17 anni”.
Si stanno rivelando indispensabili il ventenne attaccante Josh Sargent del Werder Brema e il ventisettenne John Brooks, difensore centrale del Wolfsburg che non ha saltato un minuto nelle prime undici giornate. In quella serie, i Wolves non hanno mai perso, firmando la più lunga serie di risultati utili a inizio stagione della loro storia. Hanno perso per la prima volta alla dodicesima giornata, contro il Bayern Monaco. Brooks, quel giorno, era infortunato.
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Musah e Dest, i gioielli della Liga
Tre i giocatori nella rosa delle squadre della Liga. Al Barcellona figurano Sergiño Dest e Kevin de la Fuente. Dest, diciannovenne terzino nato in Olanda con passaporto USA che ha iniziato come ala destra, è arrivato dall’Ajax a ottobre: classe 2000, è uno dei più promettenti nel suo ruolo. I blaugrana l’hanno blindato con una clausola da 400 milioni di euro. De la Fuente, invece, gioca con la squadra B ma è stato aggregato anche con la prima squadra. Era in panchina nel giorno del 2-8 contro il Bayern Monaco in Champions League.
Si sta guadagnando sempre più spazio, poi, al Valencia Yunus Musah, diciotto anni compiuti a novembre e un passato che porta in Italia. Centrocampista con genitori di origini ghanesi, ha compiuto 18 anni il 29 novembre e deve molto al presidente del Giorgione Calcio 2000, Antonello Orfeo.
Ha iniziato infatti in Italia, perché i genitori si erano trasferiti a Castelfranco Veneto, poi sono emigrati in Inghilterra per lavoro. Una fortuna per Musah, scovato dagli scout dell’Arsenal con cui ha completato tutta la trafila delle giovanili.
Infine, in Francia, nel Lille brilla in attacco il figlio d’arte Timothy Weah.
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Il calcio USA, la rivoluzione della Development Academy
Ben sei di questi diciannove (Pulisic, Reyna, McKennie, Adams, Steffen e Richards), sono cresciuti nella US Soccer Development Academy. Ovvero, il programma della federazione USA e della Major League Soccer per il definitivo salto di qualità nel calcio statunitense.
Sono oltre 110 i club coinvolti nell’accademia, che segue formazioni di tutte le categorie giovanili dagli Under 13 agli Under 19, e si concentra sullo sviluppo tecnico con metodi di allenamento standardizzati.
Se oggi si vedono dieci statunitensi in Champions League, come mai prima d’ora, non è un caso. E’ l’inizio di una rivoluzione made in USA.