La decisione è ormai presa. Il gruppo Suning sta trattando la cessione dell’Inter senza avere completato il suo programma: ma quali sono i motivi?
Sono ore di una certa preoccupazione per i tifosi dell’Inter: perché da poche settimane a questa parte quella che sembrava essere una eventualità del tutto aleatoria oggi è qualcosa di molto più concreto. E dunque la possibilità che il colosso cinese Suning voglia cedere il club.
Inter in vendita
L’Inter è una società che ha una proprietà forte: il gruppo cinese Suning detiene il 68% del pacchetto azionario, una maggioranza molto ampia rispetto al 31% della LionRock Capital, società di Hong Kong che è entrato nel club nerazzurro lo scorso anno. Gli spiccioli sono divisi tra la Pirelli e tanti piccoli azionisti, in gran parte fan e tifosi.
Il progetto di Suning quando i cinesi decisero di rilevare il club – la presidenza è passata a Steven Zhang solo nell’ottobre del 2018 – era quello di rilanciare la squadra al massimo livello mondiale: titoli nazionali e internazionali. Ma questo obiettivo potrebbe anche non concretizzarsi. Lo scenario è cambiato.
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La Cina chiama
Suning è un colosso profondamente legato non solo al mercato cinese ma anche alla volontà del governo. Se Pechino chiama, le aziende devono rispondere. E in questo momento molto particolare per la Cina dopo il Covid, con il colosso orientale che si prepara a superare gli Stati Uniti come prima potenza industriale e commerciale del mondo, Pechino sta chiamando a gran voce.
La Cina ha una grande passione per il calcio: ma, come ha chiaramente fatto capire il governo cinese, certi investimenti devono restare in casa. La Cina sa che non potrà avere i Mondiali a breve, non quando avrebbe voluto. Dopo il Qatar toccherà al Nord America poi all’Europa, o forse nuovamente all’Africa. Il prossimo mondiale in Asia potrebbe tenersi nel 2034 e il governo cinese non vuole che le risorse del paese vadano ad arricchire altri paesi che non siano la Cina.
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La volontà di Pechino
Della questione Inter-Suning ha parlato il professor Frank Cho Wang, docente universitario americano di economia che da sempre studia con attenzione l’evoluzione delle aziende cinesi. “Suning sta vivendo un momento di contrazione significativo, c’è un problema di liquidità che ha costretto l’azienda a fare cassa con alcune operazioni finanziarie. La recente partnership con Alibaba per creare una rete di distribuzione on-line più solida e monetizzare è chiara in questo senso. Un investimento di sei-settecento milioni di euro all’estero in questo momento non è giustificabile per il governo di Pechino che chiede che questi soldi tornino a casa”.
Suning è in perdita sia in borsa che sul mercato della grande distribuzione: “Il 2019 è stato drammatico, ma il 2020 sarà molto peggio, la ripresa sarà lenta e faticosa – conclude il professor Wang – la Cina ha logiche semplici che sottendono sempre a quello che è il volere politico. In questo momento il governo ha chiesto a Suning di concentrarsi sul proprio business in Cina. Non ci sono logiche diverse da questa che è estremamente semplice e condivisibile”.
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