In un’intervista al canale argentino di ESPN, Daniele de Rossi parla dell’amore per il Boca Juniors, di Osvaldo e Maradona
Il rapporto con l’Argentina, i ricordi del Boca, i sogni futuri. Gli aneddoti con Osvaldo, la morte di Maradona. Daniele De Rossi spazia e racconta il suo calcio in una lunga intervista con il canale argentino di ESPN.
Rivela di avere ancora un forte legame con la sua ultima squadra, e di continuare a guardare le partite degli Xeneizes via Internet. Mantiene un rapporto stretto con Burdisso, suo ex compagno di squadra. E vorrebbe un giorno tornare alla Bombonera, dove sente di non aver lasciato in campo tutto quello che avrebbe voluto, da allenatore.
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Ora, però, è troppo presto per parlarne. De Rossi sta ancora studiando per il patentino da allenatore, dice. “Ho iniziato il corso a metà dicembre. Lo faccio tramite Zoom sul computer. Penso che a fine febbraio lo seguiremo a Coverciano”.
Tra i tanti tecnici con cui ha attraversato una carriera da icona della Roma, ha fatto un nome su tutti. “Ho passato anni bellissimi con Spalletti e Conte che sono fenomeni – ha detto – ma è Luis Enrique che mi ha fatto innamorare in campo. Era semplice, aveva però un codice“. Al centro c’era il rispetto per i compagni e per l’allenatore.
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De Rossi ha parlato anche di Osvaldo. “E’ un giocatore incredibile con un’anima rock. Avrebbe potuto ottenere molto di più, anche in nazionale. Ma è così, ha il suo sole e la sua luna. Un giorno, alla vigilia di una partita, ci invitò a un suo concerto. Mi disse: Vieni, non ti riconoscerà nessuno. Era fatto, la sera ti abbracciava come il so migliore amico poi magari il giorno dopo non ti salutava”.
Non poteva mancare un riferimento a Maradona. La sua morte, ha detto, “l’abbiamo vissuta tutti nella stessa maniera, era una persona speciale per la sua carriera e per l’umiltà che aveva nel trattare con gli altri”.
Una volta, ha rivelato, è andato a casa sua. E’ successo “dopo un intervento, inizialmente non volevo andarci perché pensavo che sarei andato a disturbare. Dopo che mi ha fatto entrare, è stato incredibile. O ha finto molto bene, oppure aveva davvero voglia di conoscermi, di parlarmi del Boca e dell’Argentina”.
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