Milan, i top e flop del 2020: Ibrahimovic star assoluta, Romagnoli in calo

I migliori e i peggiori del Milan in questo anno solare: quali giocatori hanno sorpreso positivamente e chi invece ha deluso nel 2020.

Siamo fortunatamente alla fine del 2020, un anno che avremmo voluto non fosse mai arrivato. Il difficile momento storico non ha escluso il mondo del calcio, costretto a fermarsi per poi ripartire in un altro contesto, soprattutto senza il calore dei tifosi. Una condizione che ha collocato questo Sport in una nuova dimensione, influenzando direttamente i singoli giocatori e le stesse società. Chi ha risentito meno di questa mancanza, uno dei possibili tanti fattori, è stato il Milan che ha vissuto la migliore stagione dell’ultimo decennio.

Un anno incredibile per la squadra di Stefano Pioli, attualmente in testa alla Serie A e detentore di una lunghissima striscia positiva di risultati e primati. Una crescita improvvisa e costante che ha esaltato la figura dell’allenatore ex Lazio e Inter, in particolare di alcuni calciatori, rivelatisi decisivi in questa lunga cavalcata. Oltre a loro, anche se è veramente complicato scegliere qualcuno, ci sono stati compagni che non hanno alzato il loro livello, magari deludendo le aspettative iniziali o semplicemente peggiorando il loro rendimento in alcune partite. Di seguito elencheremo il podio dei top e flop del 2020 rossonero.

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TOP MILAN 2020

1) Zlatan Ibrahimovic

Una scelta obbligata e abbastanza scontata per il fuoriclasse svedese che ha capovolto il mondo Milan dal suo suggestivo ritorno, guarda a inizio 2020. Dopo qualche partita di assestamento, arrivava da due stagioni in MLS, ha mostrato al mondo intero di essere ancora dominante a quasi 40 anni. Un giocatore fuori categoria che non smette mai di stupire e, quando sembrava a fine carriera, ha nuovamente fatto ricredere tutti inseguendo l’ennesima sfida. In parte anche gli stessi tifosi rossoneri che mai si sarebbero aspettati questo impatto sulla squadra e in generale sulla Serie A.

I numeri si commentano da soli, ancora più spaventosi in questa stagione (miglior partenza di sempre), ma il merito principale è aver cambiato la mentalità dell’intera squadra, alzando di conseguenza le prestazioni anche in sua assenza. Ne sono un esempio le ultime partite, dove nonostante sia stato fuori per infortunio (l’unica incognita in grado di fermarlo), il Diavolo ha trovato nuove risorse e una forza finora sconosciuta, continuando il suo magico momento senza conoscere sconfitte. Un contributo enorme per una piazza tornata a esultare e sognare con il suo eterno campione.

2) Theo Hernandez

Ci sono pochi dubbi anche per il secondo posto perché il contributo dell’ex Real Madrid è stato qualcosa di clamoroso. Da subito si era intuito che i rossoneri, su grande intuizione di Paolo Maldini, avessero trovato il terzino del futuro e finalmente risolto uno dei maggiori problemi degli ultimi anni. Diventato il padrone assoluto della corsia sinistra ha messo in mostra un potenziale tecnico e fisico devastante, soprattutto in fase offensiva (10 reti in 46 gare di campionato!).

Theo Hernandez Milan
Theo Hernandez (Getty Images)

Il classe ’97 francese è stata una delle rivelazioni della passata stagione e continua a confermarsi partita dopo partita. I margini di crescita, considerando l’età, sono ancora molti ma già oggi può considerarsi uno dei migliori del suo ruolo. Negli ultimi mesi, dopo aver espresso le sue pazzesche qualità di spinta e in zona gol (tra l’altro sempre decisivi), sta sensibilmente facendo passi avanti anche nei compiti propriamente difensivi di marcatura. Uno step successivo per completarlo e renderlo ancora più forte, per la felicità dei tifosi rossoneri.

3) Simon Kjaer

La terza scelta poteva benissimo ricadere su Kessiè, Calhanoglu o il sempre affidabile Donnarumma, protagonisti assoluti e giocatori indispensabili per Pioli, ma abbiamo voluto premiare il centrale danese. Il suo arrivo a gennaio, dopo sei mesi disastrosi all’Atalanta, è passato molto sottotraccia ma in poco tempo si è rivelato fondamentale. Un difensore di grande esperienza che si è calato alla perfezione in una nuova realtà, prendendo in mano e guidando il reparto come fosse un senatore. Una bellissima scoperta per il Milan che, oltre ad aumentare la produzione offensiva (segna in media due gol a partite), ha dato maggiore copertura a Donnarumma e subisce molto meno le iniziative avversarie.

Il merito è soprattutto di Kjaer che, passando quasi inosservato, ha dato più equilibrio e compattezza alla linea difensiva, trovando un’ottima intesa con Romagnoli e commettendo pochissimi errori. Un giocatore vecchio stampo che gioca molto sull’anticipo e sui duelli individuali, in cui esce più volte vincitore grazie alle sue doti fisiche e di lettura. Il suo compito sarà anche aiutato dalla rocciosa mediana, ma si è rivelato un’autentica garanzia e un profilo insostituibile per i rossoneri che nelle ultime stagioni apparivano sempre fragili e facilmente attaccabili. Una sensazione simile avvertita nelle ultime partite, proprio a causa della sua assenza.

FLOP MILAN 2020

1) Alessio Romagnoli

Non è una bocciatura per il capitano del Milan, ma più un avvertimento per il futuro. Diciamo che Romagnoli, rispetto a quasi tutti gli altri compagni, non è riuscito a mantenere un rendimento alto e costante durante questi mesi. In particolare nell’ultima parte del 2020, proprio senza Kjaer al suo fianco, è stato colpevole di interventi sbagliati e diverse disattenzioni che hanno portato anche a falli da rigore. Chiaramente i suoi errori fanno più rumore e accendono critiche perché ricopre un ruolo simbolico e importante della squadra. Non è passata inosservata la sua esultanza polemica, con dito sulla bocca a silenziare le polemiche, dopo il gol segnato alla Fiorentina.

Un segnale di un periodo non brillantissimo, fatto notare da stampa e alcuni tifosi, che ha scaldato un po’ anche il diretto interessato. Non c’è un vero campanello d’allarme ma sicuramente, anche già dall’anno scorso, la sua crescita si è arrestata o meglio ci sono ancora molti alti e bassi. A quasi 26 anni, dopo un inizio di carriera da predestinato, deve correggere ancora i suoi difetti e completare in fretta il processo di maturazione se vuole anche conquistare la maglia da titolare in Nazionale. Al momento, con qualche incertezza, è sempre sulla buona strada ma serve ancora qualcosa per confermare definitivamente il suo valore.

2) Rafael Leao

L’acquisto più caro delle ultime sessioni di mercato lascia ancora molti punti interrogativi. L’attaccante portoghese, arrivato l’estate 2019 dal Lille per circa 25 milioni, non ha ancora ripagato il prezzo del suo cartellino. Nel suo caso ci sono tantissime giustificazioni, a partire dalla giovane età (è soltanto un classe ’99) e dal naturale periodo di ambientamento in un nuovo paese e campionato. Dopo un primo anno con qualche difficoltà, e poche apparizioni in campo, tutti aspettavano, soprattutto Pioli, il suo definitivo salto di qualità. C’è ovviamente ancora tantissima speranza intorno al giocatore, non solo per l’esborso economico, ma anche una certa preoccupazione per la sua lenta ascesa.

Milan Top Flop 2020
Rafael Leao (Getty Images)

Le capacità fisiche e tecniche sono indiscutibili e oltre la media, ma proprio per questo è inspiegabile la sua discontinuità anche all’interno delle stesse partite. Il problema di Rafael Leao è che alterna sprazzi di assoluto talento (vedere l’assist a Ibrahimovic nel derby o lo stesso gol al Sassuolo, il più veloce di sempre in Serie A) a lunghe pause e prestazioni anonime che lasciano qualcosa di incompiuto. Una contraddizione che, ampliata da alcuni atteggiamenti negativi, lascia in sospeso e rimanda ancora il suo giudizio. Non ci sono ostacoli di natura tattica e la svolta sembra poter arrivare da un momento all’altro, ma l’attesa inizia a prolungarsi. Al Milan non c’è tantissimo tempo: o cambia l’approccio a livello mentale o rischia il posto. Per adesso è rimandato.

3) Lucas Paquetà

Ne sa qualcosa Lucas Paquetà, uno degli esempi perfetti di giovani promesse che non hanno mantenuto le alte aspettative. Il Milan ci aveva puntato tantissimo, spendendo circa 40 milioni per strapparlo al Flamengo e portarlo in Italia con l’etichetta del “nuovo Kakà”. Una pesante responsabilità che il fantasista brasiliano non ha saputo sopportare, mostrando in pochissime occasioni le abilità tecniche tanto esaltate al suo arrivo. Il grande salto nel calcio europeo è stato più complicato del previsto sotto diversi punti di vista, principalmente sul modo di giocare. Il classe ’97 incantava nel campionato brasiliano, un mondo però completamente diverso dalla Serie A con cui si è scontrato senza la necessaria preparazione. All’inizio ha fatto vedere qualche giocata di classe, ma si accendeva a sprazzi e la maggior parte erano poco concrete.

Giocava quasi in punta di piedi, rallentava troppo il ritmo e commetteva spesso errori di scelta, non rendendosi pericoloso nei pressi della porta avversaria. I suoi numeri sono stati impietosi: un gol e due assist in un anno e mezzo sono un bottino insufficiente per un trequartista che avrebbe dovuto portare fantasia e imprevedibilità alla causa rossonera. Di sicuro le difficoltà generali della squadra non l’hanno aiutato, ma anche nei primi mesi del 2020 non ha sfruttato le sue chance e Pioli è stato costretto a metterlo da parte. Nella seconda parte di stagione il suo utilizzo è calato drasticamente, finendo quasi sempre in panchina e continuando la sua parabola discendente fino all’inevitabile cessione (a metà del prezzo d’acquisto al Lione). E’ stato un investimento incitato a gran voce, rivelatosi presto un totale fallimento rispetto alle attese.

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