Casertana, la rabbia di capitan Castaldo: “Mi vergogno di essere italiano. Come può una partita di calcio valere più della salute?”
Non si placano le polemiche dopo la partita disputata tra la Casertana e la Viterbese, valevole per la sedicesima giornata del ‘Gruppo C‘ della Serie C. La squadra di casa, infatti, è scesa in campo con solamente nove tesserati: 15 calciatori dei ‘Falchetti’, infatti, sono risultati positivi al Covid. Non solo: nel match di domenica in programma alle 17:30 (poi posticipato quasi un’ora più tardi per l’intervento dell‘ASL di Caserta per effettuare i tamponi a coloro che hanno giocato l’incontro) in tre hanno giocato con la febbre, di questi due hanno disputato l’incontro avendo il Coronavirus.
Una scelta che lascia amareggiato tutto il mondo del calcio. Tantissime le proteste da parte del club campano, Giuseppe D’Agostino. Poche ore fa la notizia che la Procura Federale di Santa Maria Capua Vetere avrebbe aperto un fascicolo. Su questa vicenda ha voluto dire la sua il capitano della squadra, Luigi Castaldo (che in passato ha vestito anche le maglie di Avellino, Nocerina e Juve Stabia) rilasciando delle forti dichiarazioni al sito ufficiale del club. Lui ha giocato proprio la sfida contro i laziali persa per tre reti a zero.
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Casertana, la rabbia di Castaldo: “Non si gioca con la vita delle persone”
Queste le parole di Castaldo: “Lo dicevo anche in campo ai miei compagni mentre giocavamo il match: mi vergogno di essere italiano e anche calciatore. Credo si sia raggiunto il fondo. Come si può giocare con la vita delle persone? Mi veniva da ridere, ma per il nervoso. Probabilmente da capitano ho sbagliato a non radunare la squadra e decidere di non scendere in campo. Come è possibile che la partita di calcio valga più della salute? Chi ci rappresenta lo fa nella maniera sbagliata. Alla fine due di loro erano risultati positivi. Chi ha sbagliato deve pagare.
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E’ mancato il buonsenso, devono vergognarsi tutti. Il presidente della Viterbese ha pensato di guardare il proprio tornaconto. Mi vergogno io per lui perché ha costretto a scendere la sua squadra nonostante il focolaio. Della partita persa non mi importa, qui stiamo parlando della saluta che è la cosa principale. Per loro una partita di calcio viene prima di tutto”.