Il caso razzismo in PSG-Istanbul Basaksehir di Champions League si sarebbe attenuato dopo una telefonata tra Demba Ba e il quarto uomo Coltescu.
Una settimana fa in Champions League si è consumato uno degli episodi più gravi della storia recente del calcio. La sospensione dopo pochi minuti di PSG-Istanbul Basaksehir, per espressioni razziste del quarto uomo alla panchina turca (in particolare al vice allenatore Webo), ha fatto il giro del mondo e indignato tantissime persone. In un momento ancora delicato della lotta contro la discriminazione, non c’è stata alcuna giustificazione per Sebastian Coltescu che è stato attaccato duramente e condannato per il suo comportamento. La stessa UEFA ha aperto un’indagine sulla vicenda e sospeso momentaneamente la squadra arbitrale romena.
Soltanto adesso però, dopo diversi giorni e molte interpretazioni, si sta iniziando a capire come sono andate veramente le cose. Come riportato dal giornalista romeno Emanuel Rosu, il caso sarebbe stato mal intrerpretato e sono stati i diretti interessati a chiarirsi con una telefonata. Nelle ultime ore infatti Demba Ba, il giocatore più risentito, e Coltescu si sarebbero sentiti in videochiamata su consiglio dell’ex centrocampista senegalese Ousmane N’Doye.
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PSG-Basaksehir, Demba Ba perdona Coltescu: “Non era razzismo”
Lo stesso N’Doye ha rivelato il contenuto di questa “telefonata della pace”, spiegando meglio alcuni dettagli e retroscena di quella serata: “Demba Ba non ha mai detto che si sia trattato di razzismo: si è arrabbiato perché pensava che Coltescu non avrebbe mai dovuto usare la parola «negru» (nero in italiano, riferito al colore della pelle) in uno stadio di calcio e lui ha capito”.
L’ex centrocampista senegalese, il tramite dei due protagonisti, ha aggiunto: “Entrambi mi hanno chiamato dopo la bella conversazione che hanno avuto. Erano sorpresi, sono sicuro che sia stato un malinteso”. La storia ha fatto molto discutere e continuerà a farlo, ma sicuramente questo chiarimento può aiutare a stemperare la tensione e rivalutare la gravità dell’episodio.
