Omicidio Raciti, Speziale libero dopo otto anni di carcere. “Sono innocente”

Dopo 8 anni e otto mesi è uscito dal carcere di Messina, per fine pena, Antonino Speziale, ultrà del Catania condannato per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, il 2 febbraio 2007.

Fu il fatto di cronaca che cambiò la storia in tema di sicurezza negli stadi italiani. L’omicidio di Raciti, morto durante la folle guerriglia ultras fuori dallo stadio Massimino alla termine del derby siciliano Catania-Palermo, segnò la svolta sui controlli negli impianti sportivi nel nostro paese. Per la prima volta vennero installati i tornelli, le telecamere di videosorveglianza, negli stadi entrarono gli steward, fu istituita la tessera del tifoso, le forze dell’ordine uscirono dagli impianti presidiandoli dall’esterno.

I tragici fatti di Catania accelerarono l’applicazione del decreto sicurezza Pisanu del 2005, dal nome dell’allora Ministro dell’Interno durante il governo Berlusconi.  Due anni dopo sotto il Governo Prodi la morte dell’ispettore di polizia fece scattare la stretta.

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Speziale: “La mia condanna è stata un’ingiustizia”

Omicidio Filippo Raciti. Antonino Speziale libero per fine pena
Omicidio Filippo Raciti. Antonino Speziale libero per fine pena

In carcere era finito Antonino Speziale, oggi 25 anni, ultrà del Catania all’epoca ancora minorenne. E’ uscito dopo aver scontato la sua condanna nel carcere di Messina. Il ragazzo si è sempre proclamato innocente, “La mia condanna è stata un’ingiustizia e chi ha sbagliato pagherà con la giustizia”, ha detto lasciando il penitenziario. Durante i vari procedimenti nelle aule di Tribunale, e ancora oggi, il legale di Speziale ha sempre sostenuto che a causare la morte dell’ispettore Filippo Raciti, sarebbe stato uno scontro fortuito con lo sportello di una Jeep delle forze dell’ordine e non l’episodio contestato a Speziale.  Tra le immagini simbolo di quella tragica serata, resta quella del ragazzo che lancia contro la polizia un sotto lavello strappato dai bagni della curva nord dello stadio catanese.

In tutti e tre i gradi di giudizio, secondo l’accusa il colpo inferto da Speziale avrebbe ferito il poliziotto ad un fianco, provocandogli una lesione fatale al fegato. L’altro tifoso arrestato fu Daniele Micale, oggi 32enne, è in semilibertà da due anni, era già maggiorenne all’epoca dei fatti, condannato a 11 anni, ne deve scontare ancora due.

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Catania-Palermo ad alto rischio

Da sempre il confronto tra Catania e Palermo è ritenuto ad altissimo rischio. Pochi giorni prima del match l’allora sindaco catanese Scapagnini scrisse una lettera al Ministro dell’Interno per chiedere il rinvio della gara: due giorni dopo c’era la festa di Sant’Agata patrona della città. La sovrapposizione degli eventi faceva temere disordini, la Lega Calcio scelse di far giocare il match alle ore 18:00. Fuori dallo Stadio iniziarono gli scontri già prima del match, alcuni tifosi catanesi tentarono di assaltare la tifoseria palermitana fatta arrivare dieci minuti dopo dall’inizio della partita. Fu il via ad una serie di  violenti scontri, lanci di sassi, petardi e fumogeni, contro la polizia che rispose con lancio di lacrimogeni. La partita si gioco’ comunque regolarmente, vinsero i Rosanero 2-1. L’epilogo della serata purtroppo è tristemente noto.

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