Miro Klose, l’ultimo grande centravanti della storia della Lazio prima di Ciro Immobile. Negli ottavi di Champions League i biancocelesti ritrovano il ‘Mito’ da avversario, è l’allenatore in seconda dei bavaresi. Il tedesco amatissimo dai tifosi laziali.
E’ bastato cambiare una consonate di quattro lettere, così in un attimo Miro, il nome di Klose, è diventato Mito. La sostanza è rimasta sempre la stessa. Il tedesco ha lasciato la Lazio quattro anni fa, il suo nome echeggerà per l’eternità come gli immortali. La sua leggenda è rimasta viva nonostante l’altro fenomeno, Ciro Immobile, i due per certi versi si assomigliano molto. Fisicamente, il modo di stare in campo, il senso di essere al posto giusto al momento giusto, la generosità ma sopratutto i gol.
Così nella storia del club romano c’è una prima volta che sa di grande emozione, Miroslav Klose ritroverà molti suoi ex compagni, il popolo che tanto lo ama e ammira ancora, da avversario. Il tedesco studia per diventare un grande allenatore, oggi è il secondo di Hans-Dieter Flick, l’allenatore dei Campioni d’Europa del Bayern Monaco, prossimi avversari della banda Inzaghi negli ottavi della Champions League.
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Klose vs la Lazio: la prima volta da avversario
L’ultimo abbraccio con l’Olimpico dalle parti della Curva Nord se lo ricordano ancora: 15 maggio 2016, Lazio-Fiorentina: il sigillo finale di una grande storia d’amore, gol e addio ai colori biancocelesti. Klose si congeda dal calcio e dalla Lazio alla sua maniera. 339 reti in una carriera costellata di record e successi, quello personale con la nazionale: miglior realizzatore della storia tedesca con 71 gol, ma sopratutto re dei bomber nella storia dei mondiali.
A 38 anni Klose avrebbe potuto scegliere ancora di fare uno o due anni negli Stati Uniti o Emirati, erano pronti a fargli ponti d’oro, ma lui, il tedesco impassibile e umile, aveva già deciso che poteva bastare così. In realtà da abile calcolatore, giocatore di grandissima intelligenza e prospettiva già in campo, sapeva perfettamente quale era il suo nuovo obiettivo: sedersi in panchina per provare a essere Mito anche da allenatore. Ci ha messo pochi mesi, il Bayern Monaco di cui è stato giocatore dal 2007 al 2011 prima di passare alla Lazio, gli ha offerto la possibilità di crescere da tecnico. Alla prima da vice di Flick è arrivata una Champions League.
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Klose tra polemiche e futuro
Miro non è mai stato l’uomo delle polemiche, ma del fare. Uno di poche parole anche un pò per timidezza, ma quando lo faceva erano sentenze. Credeva ancora nelle strette di mano. Quattro anni fa quando ha lasciato la Lazio, prese tempo, poi decise di muoversi per conto suo, non ha mai cincischiato più di tanto. Così l’addio con la società romana fu amaro: “Nessuno ha parlato con me, non posso fare tutto da solo, mica ho deciso io di andare via” disse Klose. Il club ha sostenuto che le parti avevano fatto ognuno la scelta che ritenevano opportuna. Forse un giorno sapremo davvero come è andata. Di certo prima che arrivasse Simone Inzaghi, tra i tifosi c’era chi sognava di vederlo a Formello ad insegnare calcio ai più giovani per poi ritrovarlo tra qualche anno in prima squadra nel dopo Simone. Altri invece lo immaginavano come secondo proprio di Inzaghino: pensate che coppia di attaccanti panchina, tanto in campo c’è Ciro.
Nulla di tutto questo, Miroslav fa l’allenatore in baviera, la stessa che ci sarà tanto ostile in Champions. Per i sogni tanto c’è tempo, magari un giorno, con altri presupposti lo vedremo al campo della Lazio raccogliere i palloni come faceva da giocatore per far capire ai più giovani che campioni lo si è prima dentro e poi fuori. Sarebbe l’ennesimo capitolo di un romanzo meraviglioso sul quale c’è ancora molto da scrivere.
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— FC Bayern München (@FCBayern) December 14, 2020