I bianconeri vincono il Derby della Mole e tornano al secondo posto dietro al Milan. Serve continuità alla Juventus, questi tre punti sono un ulteriore passo avanti nel percorso di crescita del club nella gestione Pirlo. McKennie e Bonucci rispondono a NKoulou.
I bianconeri si aggiudicano il Derby della Mole e tornano secondi. La Juventus affronta il Torino e vince di misura McKennie e Bonucci annullano il gol in apertura di Nkoulou. In grande spolvero Juan Cuadrado, protagonista in entrambi le azioni da gol. La “Vecchia Signora” vince di misura e mette un tassello in più nel proprio percorso di crescita, ancora lunga è la strada da fare. Vincere aiuta a vincere, i bianconeri dunque sono sulla retta via pur non essendo ancora pienamente arrivati alla propria versione ottimale. Le parole di Pirlo ai microfoni di Sky Sport:
Com’è stato vincere un Derby da allenatore?
“Più faticoso, più bello da allenatore, ma la sensazione finale è molto bella. Da allenatore è completamente diverso il valore della vittoria. Se perdi tutti i duelli, è difficile avere in mano le redini del gioco. Primo tempo troppo statico, secondo tempo abbiamo cambiato marcia, creando parecchio e non soffrendo mai. Li abbiamo chiusi nella propria trequarti. Mi aspetto di più da tutti, ma ho apprezzato l’atteggiamento”.
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Cosa manca ancora a questa Juventus?
“Dobbiamo smaliziarci un po’ di più. Specialmente quando gli avversari si chiudono: il cuore va in concomitanza con gli sviluppi in campo. Se viene a mancare quello, è una grossa perdita. Bisogna mettercelo sempre”.
Il DNA vincente può far la differenza?
“Il nostro DNA deve rimanere all’interno di tutta la squadra. Abbiamo subito troppo, quando non riesci ad arrivare con il gioco devi arrivare con la grinta. Dobbiamo muovere la palla più velocemente per avere gli spazi da attaccare a portata di mano. Oggi maggiore voglia in campo”.
Cuadrado fondamentale oggi, Chiesa ancora un po’ spento…
“Cuadrado oggi risorsa fondamentale. Chiesa pecca di esperienza, non ha ancora ben chiaro come vanno affrontate certe partite. Fino a qualche settimana fa non aveva mai fatto una partita in Europa. Quando si mettono dentro giocatori giovani bisogna aspettarli: se li compriamo è perché ci crediamo, ma bisogna attendere l’evoluzione”.
Un bilancio di questi primi mesi da allenatore della Juventus: cosa le piace e cosa no…
“Sono contento che iniziamo a capire metodo e posizioni da affrontare. Non sono soddisfatto sulla personalità altalenante della squadra e i risultati discontinui. Serve tenacia, voglia e gioco di ottenere i risultati”.
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