La morte di Diego Armando Maradona ha suscitato anche un sentimento di rabbia da parte del suo legale e dello storico medico di famiglia.
E’ un giorno triste per il mondo del calcio, il primo senza Diego Armando Maradona che ieri è scomparso all’età di 60 anni. Una tragica e dolorosa notizia che ha avuto una risonanza mondiale, scatenando una serie infinita di reazioni. La maggior parte sono gesti e messaggi di vicinanza verso l’ex campione argentino, ricordato attraverso tantissimi episodi della sua vita e carriera calcistica. Non manca però anche un sentimento di rabbia per la sua morte improvvisa, in particolare espresso dal suo avvocato Matías Morla e dal medico personale Alfredo Cahe. Entrambi hanno lanciato pesanti accuse alla sanità argentina, colpevole secondo loro di non essere intervenuta in tempo a salvare il “Pibe de Oro”, deceduto per un’insufficienza cardiaca in un’abitazione nei pressi di Buenos Aires.
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L’avvocato Matías Morla ha scritto e pubblicato sui social un duro comunicato in seguito alla morte di Maradona, utilizzando parole e critiche molto forti: “E’ stato un crimine idiota: l’ambulanza è arrivata con mezz’ora di ritardo. Questo dettaglio non deve passare sottotraccia e chiedo si indaghi fino in fondo sull’accaduto. E’ inspiegabile poi come Diego non abbia avuto attenzioni o controlli sanitari per dodici ore di fila”.
Al grido di protesta si è unito anche Alfredo Cahe, lo storico medico di famiglia dell’ex leggenda del Napoli: “E’ una morte alquanto insolita, Diego non è stato curato a dovere. Un paziente nelle sue condizioni non può essere dimesso dopo una settimana (era reduce da un’operazione alla testa), doveva restare in ricovero. E’ stato stupido mandarlo a casa e non affiancargli un medico che poteva assisterlo in caso di emergenza. Ho dubbi anche sull’intervento: non era necessario farlo subito e poi non ha ricevuto le dovute cure”.
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