Stadio
Le idee dei professionisti sono spesso discordi, ma i colpi di testa possono davvero provocare danni al fisico? Aldo Serena, un vero specialista durante il suo periodo da calciatore, non nasconde la preoccupazione.
I colpi di testa sono davvero pericolosi per i calciatori? Il tema torna periodicamente alla ribalta, soprattutto per i bambini che si avvicinano allo sport sin da piccolissimi. Recentemente era stato Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport al Bambin Gesù di Roma, a invitare a non allarmarsi troppo, anche se gli studi medici a riguardo finiscono spesso per arrivare a conclusioni discordanti.
Il problema però non può che interessare anche chi calciatore non è più da tempo, ma aveva proprio nel colpo di testa una delle sue doti migliori. E’ il caso di Aldo Serena, che ha rivelato per la prima volta di avere un certo timore all’idea di poter andare incontro a gravi malattia in seguito all’attività svolta.
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L’ex calciatore ha parlato della sua preoccupazione in merito alla possibilità di andare incontro al Morbo di Alzheimer, malattia che non necessariamente subentra in tarda età. Sono infatti diversi i casi di persone a cui viene diagnosticata pur avendo superato da poco i 50 anni; anzi, è proprio in situazioni di questo tipo che il peggioramento finisce per essere più veloce.
“Mi piace informarmi e credo sulle statistiche, queste un po’ di preoccupazione me lo generano – ha detto in un’intervista a La Repubblica -. Ho da poco compiuto 60 anni e a volte provo a capire senza la necessità di un consulto medico come stia la mia mente. Per verificarlo mi esercito con la matematica, questo mi permette di accertarmi in prima persona a che punto siano i miei riflessi. Già anni fa Socrates, quando giocava nella Fiorentina, mi aveva messo in allarme sui rischi che i colpi di testa avrebbero potuto provocare sul fisico. ‘Tu prendi spesso la palla di testa – mi aveva detto -, ti conviene essere attento. A ogni urto vengono portati via dei neuroni. Inutile negarlo, non mi sento del tutto tranquillo“.
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